Nel 2021, secondo l’International Diabetes Federation, 537 milioni di adulti nel mondo erano affetti da diabete mellito, principalmente di tipo 2 (T2DM). Il T2DM è associato a diverse complicanze, tra cui un aumento del rischio di fratture, nonostante una maggiore densità minerale ossea (BMD). Il rischio è legato a vari fattori come la ridotta segnalazione dell’insulina, la diminuzione dell’effetto incretinico, l’aumento dello stress ossidativo, l’accumulo del prodotto finale della glicazione avanzata e del danno microvascolare. Diversi farmaci antidiabetici (ADM) influenzano il rischio di frattura: i tiazolidinedioni, le sulfaniluree e l’insulina lo aumentano, mentre gli agonisti del recettore del peptide-1 simile al glucagone (GLP1RA) potrebbero avere un effetto protettivo. Gli effetti degli inibitori del cotrasportatore 2 sodio/glucosio (SGLT2i) sono controversi, poiché alcuni studi segnalano un aumento del rischio di frattura, mentre altri no. Uno studio di coorte analizza l’associazione tra l’uso di SGLT2i e il rischio di frattura nelle donne anziane ad alto rischio.
Metodo
Sono stati utilizzati i dati del National Health Insurance Service-National Health Information Database (NHIS-NHID), che rappresenta l’intera popolazione coreana. Sono stati analizzati i registri dal 2013 al 2020, esaminando le richieste mediche e farmaceutiche, codici diagnostici, esami sanitari e decessi. Lo studio ha incluso donne anziane (≥65 anni) con diabete di tipo 2 e alto rischio di fratture, escludendo pazienti con storia di tumori, insufficienza renale o altre condizioni complesse. Il gruppo “SGLT2i” ha ricevuto farmaci inibitori SGLT2 per oltre 90 giorni, mentre il gruppo di controllo ha assunto altri farmaci antidiabetici. Le comorbidità e l’uso di farmaci che influenzano il rischio di frattura sono stati presi in considerazione tramite un’analisi statistica basata sulla corrispondenza del punteggio di propensione (PSM). Sono stati analizzati i rischi di frattura tramite modelli di Cox e curve di Kaplan-Meier, con un’attenzione particolare alle differenze di rischio basate su indice di massa corporea e una precedente storia di osteoporosi.
Discussione
Lo studio evidenzia che l’uso degli inibitori SGLT2 (SGLT2i) è associato a un aumento del rischio di fratture vertebrali, specialmente nelle donne anziane (≥65 anni) con diabete di tipo 2 (T2DM). Questo rischio non è influenzato dal BMI o dalla storia di fratture precedenti. Gli SGLT2i, pur essendo utilizzati per i loro benefici cardio-renali, possono avere effetti negativi sulla salute ossea, aumentando il fosfato sierico e altri marker che influenzano il metabolismo osseo. Inoltre, la perdita di peso indotta da questi farmaci potrebbe incrementare il rischio di fratture.
Il rischio di frattura vertebrale è risultato particolarmente elevato nelle donne anziane, probabilmente a causa della ridotta massa muscolare, dell’accelerato rimodellamento osseo e della maggiore vulnerabilità alle cadute. Risultati simili non sono stati osservati negli uomini o in altre tipologie di fratture. Il rischio è stato riscontrato anche in pazienti con BMI elevato, associato a una maggiore perdita di peso. Tuttavia, i dati relativi agli uomini e ad altre fasce d’età non sono conclusivi.
Il lavoro suggerisce che, nel prescrivere SGLT2i a donne anziane, sia necessario valutare attentamente il rapporto rischio/beneficio e condurre ulteriori studi a lungo termine per comprendere meglio il rischio di fratture in diverse popolazioni.
Lo studio
Lee S, Yu MH, Hong N, Kim KJ, Kim HK, Rhee Y, Lee M, Kim KM. Association of sodium-glucose cotransporter 2 inhibitor use with risk of osteoporotic fracture among older women: A nationwide, population-based cohort study. Diabetes Res Clin Pract. 2024 Jul;213:111712. doi: 10.1016/j.diabres.2024.111712. Epub 2024 May 18. PMID: 38768867.