La coesistenza di iperlipidemia e ipertensione può peggiorare la qualità ossea mandibolare più di ciascuna condizione isolata. Un recente studio turco, pubblicato sul Journal...
Uno studio pubblicato a gennaio 2025 sulla rivista Bone dimostra che l’associazione di romosozumab e raloxifene offre un duplice beneficio—morfologico e meccanico—sullo scheletro di...
L’ipoparatiroidismo cronico è una delle poche endocrinopatie in cui la terapia ormonale sostitutiva non è ancora una prassi clinica consolidata. Lo studio pubblicato da...
Un’ampia coorte svizzera evidenzia l’efficacia a lungo termine del trattamento sequenziale teriparatide-antiriassorbitivi in pazienti ad alto rischio, con miglioramenti significativi di BMD, TBS e incidenza fratturativa ridotta fino a 8 anni
Quanto dura davvero l’effetto di teriparatide? Uno studio svizzero ventennale lo ha verificato: se seguito da terapia anti-riassorbitiva, il trattamento anabolico riduce il rischio di frattura fino a 8 anni e migliora BMD e TBS in modo significativo. Un dato che rafforza il valore del trattamento sequenziale nell’osteoporosi severa.
Le differenze ossee tra gruppi etnici sono più complesse di quanto si pensasse. Nell’osteodistrofia renale, la “razza” si rivela un indicatore imperfetto ma utile per ripensare la medicina ossea di precisione. Superare categorie generiche è oggi essenziale per offrire terapie davvero personalizzate.
Due eventi promossi da Ascendis Pharma a Milano e Roma hanno acceso i riflettori su una patologia ancora trascurata: l’ipoparatiroidismo. Specialisti e istituzioni si sono confrontati sull’urgenza di migliorare la diagnosi, la gestione clinica e l’accesso a terapie innovative come il palopegteriparatide. Il contributo della ricerca e della testimonianza dei pazienti pone le basi per una nuova normalità.
L'osteoporosi è una condizione caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea e da un aumento del rischio di fratture. Uno degli approcci più efficaci per la sua prevenzione e gestione è l'esercizio fisico. L'attività fisica non solo migliora la densità ossea, ma rafforza i muscoli, migliora l'equilibrio e riduce il rischio di cadute
Una rara variante missense del gene ESR1, responsabile della codifica del recettore degli estrogeni α (ERα), è stata identificata in una giovane donna affetta da resistenza agli estrogeni. Lo studio, condotto su un follow-up di 8 anni, offre nuove evidenze cliniche e biologiche sulla correlazione tra difetto recettoriale e grave osteoporosi, nonché alterazioni metaboliche sistemiche. L’analisi degli effetti di etinil-estradiolo e tamoxifene mette in luce i limiti attuali delle opzioni terapeutiche e suggerisce nuovi orizzonti nella comprensione delle vie estrogeno-dipendenti.
Un alleato imprevisto — o forse un nemico silenzioso — si cela nel tratto gastrointestinale: il microbiota. La ricerca clinica condotta da Zhu et al. e pubblicata su Gynecological Endocrinology nel 2025 apre una nuova prospettiva sulla patogenesi dell’osteoporosi postmenopausale (PMOP), suggerendo che le alterazioni della flora intestinale possano avere un ruolo diretto nella salute scheletrica femminile.