Secondo le ultime linee guida pubblicate dalla US Preventive Services Task Force (USPSTF), la diagnosi precoce attraverso lo screening può ridurre il rischio di fratture, specialmente nelle donne anziane e nelle pazienti in postmenopausa con fattori di rischio elevati. Tuttavia, la raccomandazione non si estende agli uomini, per i quali l’evidenza è ancora insufficiente.
L’importanza dello screening
L’osteoporosi è una patologia caratterizzata da una riduzione della densità minerale ossea (BMD) e da un aumento della fragilità ossea, che predispone a fratture, in particolare all’anca, alla colonna vertebrale e al polso. Le fratture osteoporotiche sono associate a una maggiore morbilità, perdita di indipendenza e aumento del rischio di mortalità. Il riconoscimento precoce della malattia attraverso lo screening permette di intervenire con trattamenti farmacologici e strategie preventive adeguate.
Le nuove raccomandazioni della USPSTF
La USPSTF ha confermato le seguenti raccomandazioni:
- Screening raccomandato per le donne dai 65 anni in su con densitometria ossea (DXA) per prevenire le fratture osteoporotiche.
- Screening raccomandato per le donne in postmenopausa sotto i 65 anni con fattori di rischio, utilizzando strumenti di valutazione clinica del rischio per determinare la necessità di una DXA.
- Evidenza insufficiente per lo screening negli uomini, a causa della mancanza di studi che dimostrino un chiaro beneficio in termini di riduzione del rischio di frattura.
Valutazione del rischio e strategie di screening
La USPSTF suggerisce un approccio in due fasi per identificare le donne sotto i 65 anni a rischio:
- Identificare la presenza di fattori di rischio come basso peso corporeo, storia familiare di fratture dell’anca, fumo e consumo eccessivo di alcol.
- Utilizzare strumenti di valutazione del rischio come il FRAX (Fracture Risk Assessment Tool) per stimare il rischio di frattura e decidere se sottoporre la paziente a una DXA.
La DXA rimane il test di riferimento per la diagnosi di osteoporosi e la previsione del rischio di fratture. Tuttavia, l’uso combinato di strumenti di valutazione del rischio può migliorare l’efficacia dello screening.
Trattamento e gestione delle pazienti a rischio
Per le donne che ricevono una diagnosi di osteoporosi a seguito dello screening, le linee guida suggeriscono un approccio terapeutico basato su:
- Bisfosfonati (alendronato, risedronato, zoledronato) come prima linea di trattamento per ridurre il rischio di frattura.
- Denosumab per le pazienti ad alto rischio di frattura.
- Terapie osteoanaboliche (romosozumab, teriparatide) in casi selezionati.
Parallelamente, è essenziale adottare misure di prevenzione come un’adeguata assunzione di calcio e vitamina D, esercizi di resistenza e strategie per ridurre il rischio di cadute.
Implicazioni cliniche e sfide aperte
Queste nuove raccomandazioni rafforzano il ruolo dello screening nella prevenzione delle fratture, ma sollevano anche alcune questioni irrisolte:
- L’assenza di una raccomandazione chiara per gli uomini pone il problema di identificare strategie di screening alternative per questa popolazione.
- Il miglioramento dei modelli predittivi di rischio potrebbe ottimizzare la selezione delle pazienti da sottoporre a DXA.
- L’aderenza ai trattamenti rimane una sfida cruciale per ridurre l’incidenza di fratture osteoporotiche.
Conclusioni
Le raccomandazioni aggiornate della USPSTF rafforzano l’importanza dello screening per l’osteoporosi nelle donne ad alto rischio, evidenziando il valore della DXA e degli strumenti di valutazione del rischio clinico. Tuttavia, permangono incertezze riguardo allo screening negli uomini e alla scelta dei criteri ottimali per la stratificazione del rischio. La ricerca futura dovrà colmare queste lacune per migliorare ulteriormente la prevenzione delle fratture e la gestione dell’osteoporosi nella popolazione generale.
Lo studio
US Preventive Services Task Force. Screening for Osteoporosis to Prevent Fractures: US Preventive Services Task Force Recommendation Statement. JAMA. 2025;333(6):498–508.