sabato, Maggio 17, 2025
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L’impatto a lungo termine della terapia anabolica sull’osso e sul rischio di frattura

Quanto dura davvero l’effetto di teriparatide? Uno studio svizzero ventennale lo ha verificato: se seguito da terapia anti-riassorbitiva, il trattamento anabolico riduce il rischio di frattura fino a 8 anni e migliora BMD e TBS in modo significativo. Un dato che rafforza il valore del trattamento sequenziale nell’osteoporosi severa

Uno studio ventennale su oltre 600 pazienti dimostra come teriparatide, seguito da terapia anti-riassorbitiva, non solo migliori la densità minerale ossea (BMD) e il trabecular bone score (TBS), ma mantenga ridotto il rischio di frattura fino a 8 anni dopo la fine del trattamento. Le implicazioni per il trattamento sequenziale dell’osteoporosi sono rilevanti, anche in pazienti già trattati con bisfosfonati.

Teriparatide nel mondo reale: una terapia che lascia il segno

Teriparatide è da tempo considerato un’opzione potente per l’osteoporosi severa, ma quanto durano davvero i suoi effetti? La risposta arriva da uno studio osservazionale su 624 pazienti svizzeri, seguito per due decenni. I risultati sono chiari: se seguito da un’adeguata terapia anti-riassorbitiva, teriparatide consente un mantenimento a lungo termine dei benefici in termini di BMD, TBS e rischio fratturativo.

La coorte, costituita per l’87% da donne con un’età media di 67 anni, comprendeva sia pazienti naïve che già trattati con bisfosfonati o denosumab. Dopo 18-24 mesi di teriparatide, tutti hanno ricevuto terapia anti-riassorbitiva secondo le linee guida svizzere. E proprio questa combinazione sequenziale sembra essere la chiave del successo.

Densità minerale e struttura trabecolare in miglioramento

Nel periodo che ha seguito la terapia con teriparatide, i pazienti hanno mostrato un aumento significativo della densità ossea:

  • Colonna lombare: +0,876 nel T-score (p < 0,001)

  • Collo femorale: +0,182 (p < 0,001)

  • Anca totale: +0,112 (p < 0,005)

  • TBS: +0,047 (p < 0,001)

Questi dati confermano l’effetto anabolico della molecola, ma mostrano anche come il mantenimento e il consolidamento dei guadagni sia fortemente dipendente dalla successiva terapia anti-riassorbitiva. Il miglioramento della TBS suggerisce un’influenza positiva anche sulla microarchitettura trabecolare, aspetto spesso trascurato nel monitoraggio clinico.29

Meno fratture, per anni

Prima dell’inizio del trattamento con teriparatide, le incidenze fratturative erano elevate: 0,96 fratture vertebrali, 0,11 fratture d’anca e 1,37 fratture totali per paziente nei due anni precedenti. Durante e dopo il trattamento, queste cifre sono crollate e si sono mantenute basse per un periodo osservato fino a 8 anni.

Una riduzione così duratura è significativa, soprattutto se si considera che molti pazienti presentavano fratture recenti al momento dell’arruolamento, con un rischio “imminente” di nuovi eventi. Questo dato sottolinea la validità della strategia sequenziale anche nei pazienti ad alto rischio.

La T-score dell’anca non predice le fratture durante teriparatide

Uno degli aspetti più interessanti emersi dallo studio è la mancanza di correlazione tra il T-score dell’anca durante la terapia con teriparatide e il rischio fratturativo successivo (r² = 0,0337; p = 0,44). Il motivo? L’osso corticale dell’anca risponde meno intensamente alla stimolazione anabolica di quanto faccia l’osso trabecolare vertebrale, specialmente nei pazienti già trattati con anti-riassorbitivi.

Il messaggio per la clinica è chiaro: la risposta al trattamento con teriparatide non può essere valutata solo sulla base del T-score dell’anca. È necessario un monitoraggio più articolato che includa TBS e l’andamento delle fratture cliniche.

Sequenza, non solo scelta: il ruolo del trattamento anti-riassorbitivo

Il beneficio osservato non è attribuibile solo al teriparatide, ma anche alla corretta prosecuzione con una terapia anti-riassorbitiva. Il trattamento sequenziale ha garantito stabilità dei valori di BMD per circa 5 anni dopo la fine della terapia anabolica. Successivamente, si osserva una lieve riduzione della densità ossea e un incremento modesto nel rischio fratturativo, segnalando la necessità di rivalutare periodicamente la terapia.

In Svizzera, la prescrizione di teriparatide è subordinata a una frattura da fragilità, rendendo difficile un confronto con pazienti trattati solo con anti-riassorbitivi. Tuttavia, i risultati indicano chiaramente che la strategia sequenziale rappresenta un’opzione robusta per la gestione dell’osteoporosi severa, anche in pazienti già in terapia da tempo.

Conclusioni per la pratica clinica

Questo studio di coorte conferma in un contesto reale e su un lungo periodo ciò che i trial clinici randomizzati avevano già suggerito: teriparatide, seguito da un’adeguata terapia anti-riassorbitiva, può ridurre in modo significativo e prolungato il rischio di fratture. È efficace nei pazienti naïve ma anche in quelli già trattati, e migliora non solo la densità, ma anche la qualità dell’osso.

La chiave non è tanto la singola molecola quanto la sequenza terapeutica, costruita sulla storia clinica del paziente e modulata nel tempo. Una lezione importante per una medicina dell’osso che sia sempre più personalizzata, sostenibile ed efficace.

Lo studio

Laura Guyer, Oliver Lehmann, Mathias Wenger, Sven Oser, Ueli Studer, Christian Steiner, Hans-Rudolf Ziswiler, Gernot Schmid, HansJörg Häuselmann, Stephan Reichenbach, Thomas Lehmann, Judith Everts-Graber, Long-term impact of teriparatide on bone mineral density, trabecular bone score, and fracture risk relative to total hip T-score: A two-decade, registry-based cohort study, Bone, Volume 195, 2025, 117445, ISSN 8756-3282

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