Un gruppo di ricercatori della Division of Endocrinology, Diabetes and Hypertension, Department of Medicine, Brigham and Women’s Hospital Boston (Massachusetts) ha condotto uno studio per verificare se la supplementazione di vitamina D possa essere effettivamente utile per migliorare la densità minerale ossea (BMD) e/o la struttura del tessuto osseo. Infatti, sebbene l’integrazione di vitamina D sia utilizzata per promuovere la salute delle ossa nella popolazione generale, i dati ricavati da studi randomizzati controllati non sono stati coerenti.
Lo studio VITAL
Per verificare se l’integrazione giornaliera di vitamina D3 migliora la BMD e/o la struttura ossea, i ricercatori del Massachusetts hanno condotto lo studio clinico VITamin D e OmegA-3 TriaL (VITAL), randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, di supplementazione di vitamina D3 (2.000 UI/giorno) e/o di acidi grassi omega-3 (1 g/giorno) in 25.871 adulti in tutta la nazione.
Questo studio ausiliario ha incluso un sottogruppo di 771 partecipanti (uomini di età ≥50 anni e donne di età ≥55 che non stavano assumendo farmaci per il trattamento di patologie ossee) valutati al basale e al follow-up di due anni (ritenzione in trattamento pari all’89%).
I livelli totali di 25(OH)D sono stati misurati mediante spettrometria di massa abbinata a cromatografia liquida. I livelli di 25(OH)D libera (FVD) sono stati misurati usando il saggio ELISA.
Gli endpoint primari erano cambiamenti a due anni della densità minerale ossea areale (aBMD) a livello della colonna vertebrale, dell’anca e dell’intero corpo determinati da assorbimetria a raggi X a doppia energia. Gli endpoint secondari erano cambiamenti a due anni della BMD volumetrica (vBMD) e dello spessore corticale di radio e tibia valutati mediante tomografia computerizzata quantitativa periferica.
La supplementazione con vitamina D3 rispetto al placebo non ha avuto alcun effetto sulle variazioni a due anni di aBMD a livello della colonna vertebrale (0,33% vs. 0,17%; p=0,55), collo del femore (-0,27% vs. -0,68%; p=0,16), totale anca (-0,76% vs. -0,95%; p=0,23), o tutto il corpo (-0,22% vs. -0,15%; p=0,60), o su misure della struttura ossea.
Gli effetti non variavano per sesso, etnia, indice di massa corporea o livelli di 25(OH)D.
L’integrazione giornaliera con vitamina D3 effettuata per due anni in adulti sani non selezionati per insufficienza di vitamina D non ha migliorato, rispetto al placebo, la BMD o la struttura del tessuto osseo.
Con supplementazione di vitamina D3, i partecipanti con livelli di FVD al basale al di sotto della mediana (<14,2 pmol/L) hanno mostrato un lieve aumento della aBMD della colonna vertebrale (0,75% vs. 0%; p=0,043) e attenuazione della perdita di aBMD totale dell’anca (-0,42% vs -0,98%; p=0,044). Quindi merita di essere ulteriormente studiato se la valutazione dei livelli di FVD al basale possano aiutare a identificare i soggetti che hanno maggiori probabilità di beneficiare dell’integrazione con vitamina D3.