venerdì, Luglio 25, 2025
SpecialitàpediatriaZoledronato nei giovani con fragilità ossea: meno fratture, più evidenze

Zoledronato nei giovani con fragilità ossea: meno fratture, più evidenze

Un’ampia revisione sistematica e meta-analisi conferma l’efficacia dell’acido zoledronico nella riduzione delle fratture in bambini e adolescenti con fragilità scheletrica primaria e secondaria. Lo studio evidenzia anche miglioramenti nella densità ossea e nei dolori scheletrici, con un profilo di sicurezza favorevole. Un passo avanti nella terapia pediatrica dell’osteoporosi.

Quando si parla di osteoporosi e fratture da fragilità, l’attenzione clinica è spesso rivolta alla popolazione anziana. Tuttavia, esiste un sottogruppo di bambini e adolescenti affetti da patologie genetiche o condizioni secondarie che espongono a un elevato rischio di fratture. In questo contesto, l’acido zoledronico, un potente bisfosfonato già ampiamente utilizzato negli adulti, mostra un potenziale promettente anche in ambito pediatrico.

Una revisione sistematica con meta-analisi pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism analizza l’efficacia clinica dello zoledronato nella prevenzione delle fratture in giovani pazienti con fragilità scheletrica, offrendo dati aggiornati e solidi per orientare la pratica clinica.

Lo studio: 27 lavori, oltre 1100 pazienti

I ricercatori hanno selezionato 27 studi (di cui 20 osservazionali e 7 trial clinici) pubblicati fino al settembre 2023, per un totale di 1125 bambini e adolescenti trattati con acido zoledronico. La revisione ha incluso pazienti con fragilità ossea primaria (come l’osteogenesi imperfetta) e secondaria (ad esempio da paralisi cerebrale, terapia cortisonica cronica, talassemia).

La durata mediana del trattamento è stata di circa 19 mesi. I principali outcome considerati sono stati: incidenza di fratture, densità minerale ossea (BMD), dolore osseo, qualità della vita e eventi avversi.

Riduzione significativa delle fratture

Il risultato più importante riguarda l’efficacia antifratturativa dello zoledronato. La meta-analisi ha mostrato una riduzione del 60% del rischio di nuove fratture dopo l’inizio del trattamento (risk ratio 0,40; IC 95%: 0,29–0,55). Un dato particolarmente rilevante se si considera che molti dei pazienti inclusi nello studio avevano già una storia di fratture multiple e ridotta mobilità.

La riduzione è risultata più marcata nei pazienti con fragilità scheletrica secondaria rispetto a quelli con forme primarie. Questo suggerisce un’efficacia trasversale del farmaco, ma con un possibile impatto più rapido nei casi in cui la fragilità è dovuta a condizioni reversibili o controllabili.

Migliora anche la densità ossea e il dolore

Oltre a ridurre le fratture, lo zoledronato ha mostrato un miglioramento significativo della densità ossea, in particolare a livello lombare, con un aumento medio dello Z-score di +0,43. Questo effetto è particolarmente rilevante nei pazienti pediatrici, dove la massa ossea acquisita durante l’infanzia e l’adolescenza rappresenta un determinante fondamentale della salute scheletrica in età adulta.

Anche il dolore osseo, sintomo spesso invalidante in questi pazienti, si è ridotto significativamente nella maggior parte degli studi, migliorando la qualità della vita e la partecipazione alle attività quotidiane.

Sicurezza: profilo favorevole, ma da monitorare

Lo studio conferma il buon profilo di sicurezza dello zoledronato nei giovani, con eventi avversi generalmente lievi e transitori. I più comuni sono stati la febbre post-infusione (30% dei casi), seguita da sintomi simil-influenzali e ipocalcemia transitoria.

Non sono stati riportati eventi gravi come osteonecrosi della mandibola o fratture atipiche del femore, complicanze temute nei trattamenti a lungo termine negli adulti. Tuttavia, la durata relativamente breve del follow-up in molti studi suggerisce la necessità di monitoraggi prolungati.

Quali implicazioni per la clinica?

Questa revisione sistematica colma un’importante lacuna nella letteratura pediatrica, offrendo ai clinici una sintesi rigorosa delle evidenze sull’uso dello zoledronato nei bambini con fragilità ossea. Le implicazioni pratiche sono molteplici:

  • Prevenzione delle fratture: in pazienti ad alto rischio, l’uso precoce del farmaco potrebbe ridurre significativamente la morbilità scheletrica.

  • Miglioramento della mobilità: la riduzione del dolore e delle fratture facilita la partecipazione ad attività fisiche e scolastiche.

  • Pianificazione a lungo termine: la terapia va comunque inquadrata all’interno di un percorso multidisciplinare, con monitoraggi regolari della BMD, dei marker biochimici e della crescita scheletrica.

L’acido zoledronico si conferma una risorsa efficace e sicura nel trattamento della fragilità scheletrica in età pediatrica. La riduzione del rischio di fratture, il miglioramento della densità ossea e del dolore aprono nuove prospettive terapeutiche per una popolazione spesso trascurata nella ricerca clinica. È ora compito della comunità medica integrare queste evidenze nella pratica quotidiana, garantendo un approccio personalizzato e sicuro per ogni giovane paziente.

Lo studio

Ashley J Stoffers, Edna E Mancilla, Michael A Levine, Michael Mayer, Heather M Monk, Joseph Rosano, David R Weber, Clinical Efficacy of Zoledronic Acid on Fracture Reduction in Youth With Primary and Secondary Skeletal FragilityThe Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, Volume 110, Issue 7, July 2025, Pages 2031–2040.

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