Secondo i dati forniti da Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS/WHO) e International Osteoporosis Foundation (IOF), l’osteoporosi colpisce 75 milioni di persone tra Stati Uniti, Europa e Giappone, 200 milioni di donne in tutto il mondo ed è responsabile di 89 milioni di fratture ossee all’anno. Una donna su 3 e un uomo su 5 sperimenta va incontro nella vita a una frattura di questo tipo. Il report “Broken bones, broken lives” pubblicato dalla stessa IOF nel 2017 ha fornito una fotografia aggiornata della situazione in 6 paesi europei, Italia compresa. Qui la prevalenza dell’osteoporosi si attesta al 23.1% nelle donne e al 7% negli uomini; nel 2017 sono stati registrati 563000 casi di frattura da fragilità, la cui prevenzione e gestione ha comportato per il sistema sanitario nazionale un onere pari a 9.4 miliardi di euro, superiore a quello richiesto da broncopneumopatia cronica ostruttiva BPCO e ictus ischemico. L’insorgenza di una frattura costituisce un fattore di rischio per ulteriori eventi a breve termine e, in termini assoluti, un fattore peggiorativo del rischio di mortalità e morbilità.
Una definizione concettuale di osteoporosi è quella di malattia caratterizzata da una riduzione della massa ossea (bone quantity) e da un deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo (bone quality), che induce un aumento della fragilità ossea e, di conseguenza, del rischio di frattura.
Organizzazione mondiale della sanità: valori di T-score
Nel 1994, la stessa OMS ha fornito un criterio clinico per la diagnosi, basato sull’applicazione di valori soglia del T-score, validato per la densitometria ossea (bone mineral density BMD) misurata con tecnica DXA (dual X-ray absorptiometry).
Il T-score rappresenta un dato, espresso in termini di deviazioni standard DS, che deriva dal confronto della BMD di un singolo soggetto con il valore medio di una popolazione giovane (30 anni) e sana. In altri termini: quanto il dato del paziente si discosta da un valore normale.
Valori di T-score e loro significato
– normalità: densità ossea compresa all’interno di 1 DS dal valore di riferimento (T-score ±1 DS)
– osteopenia: densità ossea inferiore di 1 fino a 2.5 DS dal valore di riferimento (T-score da -1 a -2.5 DS)
– osteoporosi: densità ossea inferiore oltre le 2.5 DS dal valore di riferimento (T-score < -2.5 DS)
– osteoporosi conclamata: T-score < -2.5 DS associato alla presenza di almeno 1 frattura osteoporotica.
Si può dedurre che il termine osteopenia indica una condizione in cui la densità ossea risulta inferiore alla norma.
Va infine precisato che il confronto con i valori di riferimento per l’età adulta non è attuabile con il valore di densità minerale ossea di un soggetto in età pediatrica o adolescenziale. In questo caso, al T-score andrà preferito lo Z-score.
Riferimenti bibliografici a proposito di osteopenia, osteoporosi e t-score
https://www.iofbonehealth.org/facts-statistics#category-13 http://share.iofbonehealth.org/EU-6-Material/Reports/IOF%20Report_ITALY_DIGITAL_IT.pdf
https://www.who.int/chp/topics/Osteoporosis.pdf
https://www.bones.nih.gov/health-info/bone/bone-health/bone-mass-measurement-what-numbers-mean#b
https://doi-org.pros.lib.unimi.it:2050/10.1007/s12018-009-9064-4
altro: http://www.indianjrheumatol.com/temp/IndianJRheumatol104216-3466775_093747.pdf