Il paratormone (PTH) è l’ormone peptico prodotto dalle ghiandole paratiroidi e rappresenta l’attore fondamentale nella regolazione del metabolismo del calcio all’interno del nostro organismo. La molecola è inizialmente rilasciata in forma di pre-pro-ormone: da questa vengono progressivamente clivati due residui da 25 e 6 amminoacidi, rispettivamente, lasciando infine gli 84 della forma attiva.
Fisiologicamente, la riduzione della calcemia induce la progressiva liberazione dei recettori di membrana a livello delle paratiroidi, il che comporta la rimozione del blocco al rilascio dell’ormone.
Meccanismi di regolazione della calcemia
Il livello ematico del calcio viene rialzato attraverso 3 meccanismi diversi, agenti su altrettanti sistemi:
- l’induzione del riassorbimento del calcio a livello del tubulo renale
- la mobilizzazione delle riserve ossee per aumentata attività osteoclastica
- l’attivazione dell’enzima 1-alfa-idrossilasi, responsabile della conversione del 25-idrossicolecalciferolo a calcitriolo, forma attiva della vitamina D, che a sua volta facilita l’assorbimento intestinale del calcio. Tali processi vengono stimolati dal PTH, direttamente (i primi due) o indirettamente (l’ultimo).
Alterazioni dei valori del paratormone – PTH
Fisiologicamente, il PTH è sottoposto a un ritmo circadiano dominante a cui però si sovrappone anche una pulsatilità (6-7 episodi l’ora) che copre indicativamente un quarto del rilascio totale. L’emivita del frammento C-terminale è superiore a quella del frammento N-terminale. L’ormone circolante viene metabolizzato dalle endopeptidasi epatiche e renali ed escreto con le urine.
Il metabolismo del calcio è strettamente correlato a quello dei fosfati: l’ipocalcemia si accompagna normalmente a iperfosfatemia. Tale condizione patologia induce sintomatologia soprattutto a livello neuromuscolare (dall’irritabilità fino a quadri molto severi), ma anche cardiaco e renale, e può essere correlata all’ipoparatirodismo, ossia la riduzione dei livelli di paratormone. Gli effetti sul comparto scheletrico sono in contrasto con quelli dell’iperparatiroidismo e sono da correlare alla netta riduzione del turnover osseo (formazione ma anche riassorbimento) che segue il mancato approccio al deficit di PTH.
Trattamento dell’ipoparatiroidismo: paratormone – PTH
Il razionale del trattamento dell’ipoparatiroidismo consiste nella somministrazione di molecole analoghe dell’intero ormone (hPTH 1-84) o della porzione N-terminale biologicamente attiva del paratormone (PTH). Questo secondo peptide sintetico, ricombinante, denominato teriparatide, riprende i frammenti aminoacidici 1-34 (hPTH 1-34). Le due molecole, entrambe somministrabili per via sottocutanea, hanno la capacità di prolungare il legame al recettore e presentano emivita superiore. La ricerca attuale si sta concentrando sul perfezionamento del delivery dei farmaci.
La stessa terapia sostitutiva del PTH, che per definizione può essere somministrata in maniera intermittente e non continua (ormone endogeno), ha mostrato un effetto anabolizzante sul tessuto osseo.
Trattamento osteoporosi: il ruolo del PTH
Il teriparatide trova indicazione nel trattamento dell’osteoporosi: somministrato per via sottocutanea nella posologia di 20 μg / die, è in grado di abbassare il rischio fratturativo del 65% a livello vertebrale e del 53% a livello non vertebrale. La dose terapeutica si è dimostrata ugualmente protettiva, in questo senso, rispetto a quella duplice ma, nel contempo, più sicura rispetto al rischio di un’ipercalcemia come reazione avversa. La prospettiva futura è quella di validare una somministrazione a cadenza settimanale: al momento sono arrivate indicazioni incoraggianti dalla sperimentazione dei dosaggi di 30 e 60 μg, dunque equivalenti a minidosaggi quotidiani da 4.3 and 8.6 μg.