L’alendronato è un farmaco bifosfonato già usato nel trattamento dell’osteoporosi e in altre patologie caratterizzate da perdita di densità ossea.
I glucocorticoidi invece sono farmaci inclusi nella maggior parte delle terapie contro il linfoma, ma è anche noto come questi inibiscano la vascolarità e la formazione di tessuto osseo, con conseguente diminuzione di , e aumento del rischio di osteoporosi e fratture.
Questo comporta un notevole abbassamento della qualità della vita del paziente oncologico anche nel lungo periodo, condizione di cui è necessario occuparsi andando oltre le terapie specifiche, con un approccio maggiormente olistico.
Lo studio SIESTA ha avuto come scopo quello di determinare se l’alendronato orale fosse una profilassi sicura contro l’osteoporosi indotta da glucocorticoidi in pazienti affetti da linfoma.
Uno studio di fase due a centro singolo e in doppio cieco
A pazienti affetti da linfoma in trattamento con glucocorticoidi, dopo la randomizzazione, sono stati somministrati 70 mg di alendronato settimanale (o placebo), per un totale di 52 settimane. I pazienti, di età maggiore di 18 anni e con prospettiva di vita maggiore di 2 anni, hanno tutti ricevuto anche giornalmente un supplemento di calcio e di vitamina D.
Lo studio è stato condotto in doppio cieco e a centro singolo nel dipartimento di ematologia all’ospedale universitario di Aalborg, in Danimarca.
La densità minerale ossea è stata valutata come punteggio T al basale, dopo la fine della chemioterapia (4-6 mesi) e dopo la fine dello studio (12 mesi). Lo stesso è stato fatto per la frattura vertebrale e per gli altri biomarcatori.
I pazienti analizzati sono stati per il 75% uomini, con un’età media di 66 anni per chi ha ricevuto l’alendronato e 65 per il ramo placebo. In tutto sono stati analizzati 47 pazienti (24 placebo e 23 alendronato) alla fine dello studio, su 59 arruolati inizialmente.
I risultati
La variazione media del punteggio T dopo i 12 mesi è risultato essere +0,5 per i pazienti randomizzati con alendronato e -0,12 per i placebo (con P=0,90). Questa variazione è risultata inoltre essere maggiore per le donne (0,28 Alendronato, -0,28 placebo) che per gli uomini (0,10 Alendronato, -0,07 placebo).
Questi risultati sono in accordo con quanto lo studio si proponeva di dimostrare: infatti i pazienti trattati con placebo hanno mostrato un abbassamento della densità minerale ossea maggiore rispetto ai pazienti trattati con alendronato e anche biomarcatori come il CTX hanno supportato questi risultati, avendo avuto una decrescita durante il periodo di 12 mesi nel gruppo trattato con alendronato.
Gli effetti protettivi sono stati invece assenti a livello dell’anca e del collo femorale, non essendoci stata una significativa differenza nella perdita minerale ossea fra i due gruppi.
Conclusione
La somministrazione di alendronato orale sembra essere una profilassi efficace e sicura nel ridurre la perdita di densità ossea nei pazienti trattati per il linfoma con glucocorticoidi, in particolare nelle donne. Anche l’analisi dei biomarcatori sembra confermare un effetto positivo dell’Alendronato.
Saranno necessari nuovi studi più ampi e con un follow-up più lungo sia per confermare questi risultati, che per determinare se questo beneficio si traduce in un effettivo minor rischio di fratture in questi pazienti e una migliore qualità della vita.
Fonte:
Jensen P, Hjort Jakobsen LH, Bøgsted M, Baech J, Lykkeboe S, Severinsen MT, Vestergaard P, El Galaly TC. A randomised trial of alendronate as prophylaxis against loss in bone mineral density following lymphoma treatment. Blood Adv. 2022 Jan 19:bloodadvances.2021006330.