L’interruzione della terapia con denosumab è associata a un rapido ritorno della densità minerale ossea (BMD) al basale e a un maggior rischio di fratture vertebrali multiple.
A oggi, dopo l’interruzione di denosumab, non è stato ancora stabilito un regime di terapeutico da seguire per prevenire la perdita di BMD o fratture vertebrali multiple.
Iniezione di zoledronato dopo sospensione di denosumab
Un gruppo di ricercatori svizzeri, guidato da Judith Everts-Graber del centro OsteoRheuma Bern, ha condotto uno studio osservazionale della durata di otto anni con l’obiettivo di studiare l’effetto di una singola infusione di zoledronato, somministrata sei mesi dopo l’ultima iniezione di denosumab, sull’occorrenza di fratture e sulla perdita di BMD. Lo studio “A single infusion of zoledronate in postmenopausal women following denosumab discontinuation results in partial conservation of bone mass gains” è stato pubblicato sul J. Bone Miner Res.
Sono stati analizzati i dati relativi a 120 donne con osteoporosi postmenopausale trattate con 60 mg di denosumab ogni sei mesi per 2-5 anni (durata media tre anni) e quindi con 5 mg di zoledronato sei mesi dopo l’ultima iniezione di denosumab.
I ricercatori hanno valutato le fratture vertebrali tramite DXA prima della prima e dopo l’ultima iniezione di denosumab e a una mediana di 2,5 anni dopo l’interruzione del denosumab.
All’interno della coorte, 97 donne hanno ricevuto da quattro a sei iniezioni di denosumab (81%), 11 hanno ricevuto tra sette e nove iniezioni (9%) e 12 donne hanno ricevuto dieci iniezioni di denosumab (10%).
Dopo l’interruzione della terapia con denosumab, tre donne hanno subito una singola frattura vertebrale sintomatica tra 1 e 3 anni dopo l’ultima iniezione, per un tasso di 1,1 per 100 pazienti-anno. Nessuna donna ha sviluppato fratture vertebrali multiple. Quattro donne hanno subito fratture periferiche, per un tasso di 1,4 per 100 pazienti-anno.
Dopo l’interruzione del denosumab, i ricercatori hanno osservato una riduzione della BMD in tutti i siti per la coorte. Tutta la perdita ossea si è verificata entro i primi 18 mesi dall’infusione di zoledronato. I ricercatori hanno osservato che il 66% del guadagno della BMD era trattenuto nella colonna lombare (95% CI, 57-75), il 49% era conservato nell’anca totale (95% CI, 31-67) e il 57% era conservato nel collo femorale (IC al 95%, 25-89).
Non si sono registrate differenze significative di riduzione di BMD tra le pazienti con incrementi della BMD >9% vs. <9%, durante il trattamento con denosumab.
Le donne con o senza precedente trattamento con bifosfonati e le donne con o senza una vacanza farmacologica hanno avuto una riduzione percentuale simile della BMD della colonna lombare dopo l’interruzione del trattamento con denosumab.
Possibile regime terapeutico per il trattamento a lungo termine dell’osteoporosi
I ricercatori hanno concluso che una singola infusione di 5 mg di zoledronato dopo un ciclo di trattamento con denosumab della durata da due a cinque anni ha permesso di trattenere più della metà della BMD acquisita e non è stata associata a fratture vertebrali multiple, come è invece successo in pazienti che hanno interrotto denosumab senza successivo trattamento con bifosfonati.
Un’unica infusione di zoledronato nelle donne in postmenopausa a seguito della sospensione di denosumab porta alla conservazione parziale dell’aumento di massa ossea ottenuto con la terapia
Il regime terapeutico suggerito dallo studio può rappresentare una valida indicazione per l’identificazione di strategie sequenziali di trattamento a lungo termine per l’osteoporosi.
Lo studio
Everts‐Graber, J., Reichenbach, S., Ziswiler, H., Studer, U. and Lehmann, T. (2020), A Single Infusion of Zoledronate in Postmenopausal Women Following Denosumab Discontinuation Results in Partial Conservation of Bone Mass Gains. J Bone Miner Res. 28 January 2020. Accepted Author Manuscript. doi:10.1002/jbmr.3962