Biazzo Alessio, ortopedico, specialista in protesi del ginocchio e dell’anca con tecnica mininvasiva
L’osteonecrosi è una patologia vascolare dell’osso caratterizzata da un vero e proprio infarto tissutale, proprio come avviene per il cuore o altri tessuti. Le sedi più frequenti sono il ginocchio, l’anca e la caviglia.
Cause dell’osteonecrosi
Le cause possono essere molteplici e possono così essere riassunte:
- traumatiche;
- iatrogene (uso prolungato di cortisone);
- patologie del sangue, come l’anemia a cellule falciformi, per la particolare forma dei globuli rossi, che può causare una ostruzione dei piccoli vasi sanguigni;
- abuso di alcool, a causa del deposito dei grassi nei vasi sanguigni;
- radioterapia.
I sintomi dell’osteonecrosi
La sintomatologia è la stessa indipendentemente dalla localizzazione: dolore, gonfiore articolare con associato versamento, limitazione funzionale e zoppia.
Se trascurata, l’osteonecrosi può essere causa di artrosi secondaria.
Diagnosi
La diagnosi è clinica e strumentale: un accurato esame del paziente alla ricerca di punti dolorosi è molto indicativo. L’esame strumentale per eccellenza è rappresentato dalla Risonanza Magnetica Nucleare, soprattutto nelle fasi iniziali, quando spesso le comuni radiografie non riescono a vedere l’osteonecrosi.
Trattamento
Il trattamento dipende dai sintomi del paziente, dal grado di limitazione funzionale, dall’entità del danno osteocartilagineo e dalla sua localizzazione (se il danno non interessa la superficie articolare difficilmente il paziente sarà sintomatico!) e dalle aspettative del paziente.
Il trattamento iniziale è quasi sempre conservativo, e consiste in riposo e scarico dell’articolazione colpita, farmaci antinfiammatori non steroidei, magnetoterapia e fisioterapia. In alcuni casi i farmaci per l’osteoporosi, come i bisfosfonati, possono essere utilizzati con notevole beneficio clinico.
Quando i trattamenti citati non hanno dato un beneficio clinico e quando all’osteonecrosi si associa artrosi secondaria con limitazione funzionale, bisogna ricorrere alla chirurgia, che può consistere in un trattamento artroscopico (microperforazioni cartilaginee) o in trattamenti più invasivi come le protesi di ginocchio.
Quale protesi scegliere
Generalmente l’osteonecrosi si localizza sul condilo femorale mediale e se presa in tempo consente di essere trattata mediante protesi mininvasive come le protesi monocompartimentali, che rispettano l’anatomia del paziente, lasciando intatti i restanti compartimenti del ginocchio edi legamenti crociati, anteriore e posteriore, responsabili della propriocezione.