Una rara variante missense del gene ESR1, responsabile della codifica del recettore degli estrogeni α (ERα), è stata identificata in una giovane donna affetta da resistenza agli estrogeni. Lo studio, condotto su un follow-up di 8 anni, offre nuove evidenze cliniche e biologiche sulla correlazione tra difetto recettoriale e grave osteoporosi, nonché alterazioni metaboliche sistemiche. L’analisi degli effetti di etinil-estradiolo e tamoxifene mette in luce i limiti attuali delle opzioni terapeutiche e suggerisce nuovi orizzonti nella comprensione delle vie estrogeno-dipendenti.
Dal 10 al 13 aprile, la 25a edizione del Congresso WCO-IOF-ESCEO richiamerà nella Capitale migliaia di specialisti da tutto il mondo. Focus su nuove terapie, prevenzione e approcci multidisciplinari
Un alleato imprevisto — o forse un nemico silenzioso — si cela nel tratto gastrointestinale: il microbiota. La ricerca clinica condotta da Zhu et al. e pubblicata su Gynecological Endocrinology nel 2025 apre una nuova prospettiva sulla patogenesi dell’osteoporosi postmenopausale (PMOP), suggerendo che le alterazioni della flora intestinale possano avere un ruolo diretto nella salute scheletrica femminile.
Una recente ricerca guidata da Shumin Pang presso la Technische Universität di Berlino ha messo a punto una strategia innovativa per la produzione di scaffold ceramici osteomimetici ad alta fedeltà. Utilizzando una combinazione di stampa 3D rotazionale e tecnica di replica a spugna, i ricercatori hanno ottenuto strutture che replicano sia la componente trabecolare che corticale dell’osso umano, incluse le caratteristiche canalicolari come i canali di Havers. Oltre alla somiglianza morfologica, gli scaffold in Cu-DIO/BCP mostrano resistenze meccaniche compatibili con quelle del tessuto osseo naturale e ottime proprietà osteogeniche e angiogeniche, candidandosi come soluzione per difetti ossei complessi e piattaforme in vitro per la ricerca farmacologica.
Un recente studio ha analizzato la densità minerale ossea alveolare (al-BMD) nei pazienti osteoporotici trattati con bifosfonati, rivelando differenze significative a seconda del tipo di dente. I risultati suggeriscono che la radiografia dentale potrebbe rappresentare un utile strumento di screening per l’osteoporosi, aprendo nuove prospettive nella gestione integrata della salute ossea.
Le malattie della tiroide, come l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, sono da tempo riconosciute come fattori di rischio per l’osteoporosi. Tuttavia, la relazione causale tra queste patologie e il deterioramento della salute ossea non è mai stata studiata in modo sistematico. Un nuovo studio di randomizzazione mendeliana ha dimostrato che specifici ormoni tiroidei, come la tireotropina (TSH) e la tiroxina libera (FT4), giocano un ruolo chiave nel mediare il rischio di osteoporosi associato alle disfunzioni tiroidee. I risultati rafforzano la necessità di un monitoraggio endocrino più accurato nei pazienti con patologie tiroidee per prevenire la fragilità ossea e ridurre il rischio di fratture
Le nuove raccomandazioni della US Preventive Services Task Force (USPSTF) sottolineano l'importanza dello screening per l'osteoporosi nelle donne dai 65 anni in su e nelle donne in postmenopausa con fattori di rischio. L'evidenza attuale supporta l'utilizzo della densitometria ossea (DXA) come metodo principale di screening, ma rimangono incertezze per quanto riguarda lo screening negli uomini. Questo articolo analizza le implicazioni cliniche delle nuove raccomandazioni, evidenziando il bilancio tra benefici e rischi e fornendo spunti pratici per la gestione dei pazienti a rischio.
Questo articolo, basato su una meta-sintesi della letteratura, esplora le esperienze e i comportamenti di autogestione dei pazienti con osteoporosi, suddividendo le strategie in tre dimensioni principali: mantenimento, monitoraggio e gestione della malattia. L'analisi evidenzia il ruolo cruciale dell'aderenza terapeutica, della relazione con gli operatori sanitari e della necessità di interventi educativi mirati per migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Sebbene l'incidenza delle fratture in uomini anziani con osteoporosi si manifesti più tardi rispetto alle donne, gli uomini presentano una maggiore mortalità dopo una frattura. Questo articolo analizza le più recenti evidenze scientifiche sulla diagnosi, il trattamento e la prevenzione dell'osteoporosi maschile, evidenziando l'importanza di un approccio multidisciplinare per migliorare gli esiti clinici
Romosozumab, un anticorpo monoclonale diretto contro la sclerostina, è stato al centro di numerosi dibattiti per i possibili rischi cardiovascolari associati al suo utilizzo....
Una rara variante missense del gene ESR1, responsabile della codifica del recettore degli estrogeni α (ERα), è stata identificata in una giovane donna affetta da resistenza agli estrogeni. Lo studio, condotto su un follow-up di 8 anni, offre nuove evidenze cliniche e biologiche sulla correlazione tra difetto recettoriale e grave osteoporosi, nonché alterazioni metaboliche sistemiche. L’analisi degli effetti di etinil-estradiolo e tamoxifene mette in luce i limiti attuali delle opzioni terapeutiche e suggerisce nuovi orizzonti nella comprensione delle vie estrogeno-dipendenti.