giovedì, Novembre 13, 2025
SpecialitàgeriatriaCome evolverà il carico globale delle malattie muscoloscheletriche nell’anziano

Come evolverà il carico globale delle malattie muscoloscheletriche nell’anziano

Uno studio internazionale analizza l’evoluzione globale del burden muscoloscheletrico fino al 2050 e mappa, con metodologia bibliometrica, lo stato della ricerca in geriatria e ortopedia geriatrica. I dati mostrano un peso clinico stabile nei ≥70 anni e identificano tre futuri hot topic: tecniche chirurgiche e gestione post-operatoria, comorbidità post-infettive e terapia cellulare.

L’invecchiamento globale continua a ridisegnare il profilo epidemiologico delle malattie croniche e, tra queste, i disturbi dell’apparato muscoloscheletrico assumono un ruolo sempre più centrale. Fratture da fragilità, artrosi avanzata, traumi in età senile e complicanze post-chirurgiche rappresentano oggi uno dei principali fattori di perdita di autonomia nella popolazione anziana. Tuttavia, comprendere come questo carico evolverà nei prossimi decenni richiede strumenti predittivi solidi e una visione integrata della ricerca internazionale.

Lo studio pubblicato sul Journal of Orthopaedic Surgery and Research offre una prospettiva articolata: da un lato analizza l’andamento dei DALYs legati alle patologie muscoloscheletriche fino al 2050; dall’altro ricostruisce, attraverso migliaia di pubblicazioni scientifiche, le traiettorie lungo le quali si sta muovendo la ricerca globale in geriatria e ortopedia geriatrica. Ne risulta un quadro complesso, che parla della stabilità del burden nel lungo periodo e allo stesso tempo dell’emergere di nuovi filoni di innovazione clinica.

Un burden che gravita sui ≥70 anni

I dati epidemiologici confermano in modo inequivocabile che il peso maggiore delle patologie muscoloscheletriche ricade sulla popolazione di età pari o superiore a 70 anni. È in questa fascia che si concentra la parte principale degli anni di vita sana persi, un indicatore che combina mortalità prematura e disabilità. Nonostante questo, il tasso di variazione percentuale previsto tra il 2024 e il 2050 rimane sorprendentemente stabile, oscillando intorno a un modesto ±1%.

La stabilità non deve essere interpretata come un miglioramento. Al contrario, suggerisce che i progressi terapeutici attuali non sono ancora sufficienti per incidere in modo significativo sulla disabilità globale dell’anziano. Il numero totale di pazienti affetti da malattie dell’osso e delle articolazioni continuerà a crescere semplicemente perché la popolazione mondiale sta invecchiando. Le implicazioni sanitarie sono evidenti: saranno necessari protocolli più integrati, percorsi multidisciplinari dedicati e modelli di assistenza che mettano al centro fragilità, rischio fratturativo e prevenzione delle complicanze.

La bibliometria come bussola della ricerca futura

La grande analisi bibliometrica condotta dagli autori, basata su oltre 170.000 articoli, permette di capire come la comunità scientifica stia rispondendo a queste sfide. Attraverso l’esame dei cluster di citazioni, delle reti di collaborazione e delle parole chiave emergenti, il lavoro individua tre direttrici che, più di altre, appaiono destinate a influenzare il futuro della disciplina.

La prima riguarda l’evoluzione delle tecniche chirurgiche e della gestione post-operatoria nell’anziano fragile. Molte delle ricerche più citate degli ultimi anni si concentrano su fratture complesse — come quelle del collo femorale, dell’acetabolo o del femore prossimale — e sulle procedure ricostruttive più avanzate, come la reverse shoulder arthroplasty. La chirurgia geriatrica sta diventando un ambito dotato di proprie logiche e priorità: tempi operatori ridotti, minor impatto emodinamico, protocolli analgesici più sofisticati e percorsi di recupero costruiti per pazienti ad alto rischio. Non si tratta di adattare la chirurgia dell’adulto all’anziano, ma di sviluppare una chirurgia “su misura” per l’anziano.

La seconda direttrice emerge dall’impatto che la pandemia ha avuto sulla salute muscoloscheletrica. Le conseguenze delle infezioni virali, e in particolare del SARS-CoV-2, continuano a manifestarsi nella forma di un aumento della fragilità, di una peggiorata risposta allo stress chirurgico e di maggiori complicanze sistemiche. La ricerca internazionale sta quindi esplorando il modo in cui le infezioni respiratorie acute e le sindromi post-virali possano aggravare osteoporosi, sarcopenia o deficit immunitari preesistenti. Nei prossimi anni potremmo assistere alla formalizzazione di protocolli specifici per valutare e gestire i pazienti “post-COVID” nei setting ortopedici.

La terza area individuata riguarda le terapie cellulari. La rigenerazione ossea attraverso cellule staminali, in particolare le MSC, sta passando da un interesse teorico a una possibile applicazione clinica, soprattutto nei casi di fratture complesse, ritardi di consolidamento e difetti ossei estesi. I ricercatori stanno cercando di chiarire i meccanismi biologici che governano migrazione, differenziazione e integrazione cellulare, con l’obiettivo di trasformare queste terapie da sperimentazioni isolate a strumenti terapeutici più standardizzati.

Un campo che richiede sempre più integrazione

Uno dei messaggi più chiari che emergono dallo studio riguarda la necessità di una collaborazione scientifica più ampia. L’ortopedia geriatrica non può più essere considerata un territorio esclusivo degli ortopedici: l’anziano fragile porta con sé problematiche metaboliche, immunitarie, infettive, cognitive e funzionali che richiedono la presenza di geriatri, internisti, endocrinologi, fisiatri, infettivologi e specialisti in riabilitazione. La creazione di percorsi multidisciplinari strutturati rappresenta quindi una delle più concrete opportunità di miglioramento a breve termine.

Conclusioni

Il quadro delineato dallo studio è duplice. Da un lato conferma che il peso delle malattie muscoloscheletriche nell’anziano rimarrà elevato nei prossimi vent’anni, senza segnali di riduzione significativa. Dall’altro indica con precisione le aree in cui concentrare gli sforzi di ricerca e innovazione: miglioramento delle procedure chirurgiche e della gestione clinica post-operatoria, comprensione più profonda degli effetti delle comorbidità infettive e sviluppo di terapie cellulari realmente applicabili.

Per la comunità clinica e scientifica italiana, questo lavoro non è solo una fotografia, ma una roadmap. Ignorarla significherebbe trovarsi impreparati di fronte a una crescente pressione demografica e sanitaria; seguirla, invece, offre la possibilità di costruire un futuro in cui l’invecchiamento non coincida automaticamente con perdita di autonomia, fragilità e disabilità.

Lo studio

Jiang F, Lu C, Zeng Z, Sun Z, Qiu Y. Global burden of disease for musculoskeletal disorders in all age groups, from 2024 to 2050, and a bibliometric-based survey of the status of research in geriatrics, geriatric orthopedics, and geriatric orthopedic diseases. J Orthop Surg Res. 2025 Feb 19;20(1):179. doi: 10.1186/s13018-025-05580-y. PMID: 39972346; PMCID: PMC11841256.

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