lunedì, Febbraio 10, 2025
SpecialitànefrologiaGestione della malattia renale cronica e salute delle ossa

Gestione della malattia renale cronica e salute delle ossa

Al 65° Congresso Nazionale della SIN, il nuovo PPDTA e le ultime novità terapeutiche aprono nuove strade per rallentare la progressione del danno renale e prevenire le complicanze scheletriche

La Malattia Renale Cronica (MRC), ovvero la perdita progressiva della funzionalità renale, è in costante aumento nel nostro paese. Asintomatica fino alle fasi avanzate, oggi si stima riguardi circa il 10% della popolazione italiana, ossia 5 milioni di persone, ma la curva di incidenza è in crescita soprattutto a causa dell’invecchiamento della popolazione generale e dell’aumentata prevalenza di condizioni patologiche caratterizzate da un elevato rischio di manifestare danno renale, tra le quali: diabete mellito di tipo II, sindrome metabolica, ipertensione arteriosa, obesità, scompenso cardiaco, e di patologie che richiedono uso di mezzi di contrasto nefrotossici. Il 65° Congresso Nazionale della Società Italiana di Nefrologia (SIN), dal 16 al 19 ottobre a Riccione, è l’occasione per fare il punto sulla gestione della MRC, tra nuove possibilità terapeutiche e un Percorso Preventivo Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PPDTA) la cui stesura ha visto fianco a fianco SIN e Ministero della Salute. Il documento mira a ottimizzare la presa in carico dei pazienti con MRC, con particolare attenzione alla prevenzione delle complicanze, che spesso riguardano anche la salute ossea.

Il ruolo della nefrologia nella salute ossea

Il legame tra nefrologia e salute dell’osso è profondo, in quanto i reni giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento del metabolismo del calcio, del fosforo e della vitamina D, essenziali per la salute scheletrica. Nei pazienti affetti da malattia renale cronica, soprattutto nelle fasi più avanzate, la funzione renale compromessa altera il delicato equilibrio metabolico, conducendo a gravi problematiche ossee come l’osteodistrofia renale. Questa condizione include un gruppo di disturbi ossei causati da anomalie nei livelli di paratormone (PTH), calcio e fosforo, e dalla ridotta capacità dei reni di attivare la vitamina D.

Uno degli obiettivi del nuovo PPDTA è quello di promuovere la prevenzione e la diagnosi precoce della MRC. Attraverso l’educazione a corretti stili di vita e l’aderenza terapeutica, si mira a rallentare la progressione della malattia e di conseguenza la disfunzione metabolica, riducendo l’incidenza di fratture ossee e fragilità nei pazienti. La gestione della salute dell’osso in pazienti con MRC passa attraverso una serie di interventi terapeutici che comprendono l’integrazione di vitamina D attiva, la riduzione dei livelli di fosfato tramite l’uso di chelanti e il controllo dell’iperparatiroidismo secondario con farmaci calcimimetici.

Novità terapeutiche e protezione della salute ossea

Nel contesto del trattamento della MRC, il 65° Congresso SIN sottolinea l’importanza delle nuove terapie volte a rallentare la progressione del danno renale e, indirettamente, anche a migliorare la qualità della salute ossea. L’introduzione del Finerenone, un antagonista recettoriale non-steroideo dell’aldosterone, e gli studi recenti sulla semaglutide, un agonista del recettore GLP-1, rappresentano novità significative. Questi farmaci, oltre a fornire una protezione nefrocardiovascolare, potrebbero avere impatti positivi anche sulla salute ossea, riducendo i rischi di fratture e migliorando la qualità di vita dei pazienti.

La terapia con inibitori SGLT2 (dapagliflozin ed empagliflozin) si è dimostrata fondamentale nel ridurre la progressione della malattia renale e, indirettamente, preservare la densità ossea grazie alla loro capacità di modulare il metabolismo del calcio e del fosforo. Questi nuovi farmaci offrono speranze concrete di migliorare sia la salute renale che quella ossea nei pazienti diabetici e non.

Dialisi e salute ossea: un delicato equilibrio

Per i pazienti in dialisi, la gestione della salute ossea rappresenta una sfida significativa. Le opzioni terapeutiche disponibili, come l’emodialisi e la dialisi peritoneale, hanno impatti diversi sul metabolismo osseo. Secondo un report all’attenzione del congresso SIN e realizzato dall’ALTEMS, entrambe le terapie sostitutive si sono dimostrate equivalenti in termini di efficacia e sicurezza, ma la dialisi peritoneale potrebbe offrire vantaggi in termini di qualità di vita, permettendo una gestione più flessibile e riducendo il rischio di compromissione cognitiva e altre complicanze. Tuttavia, dal punto di vista della salute ossea, la scelta dell’opzione terapeutica non può scindere da una valutazione del rischio di complicazioni ossee come la osseodistrofia renale, l’iperparatiroidismo secondario e le alterazioni nella densità ossea.

Ad ogni modo, nonostante l’efficacia delle terapie dialitiche nella gestione della MRC, l’obiettivo rimane quello di prevenire il ricorso alla dialisi, intervenendo tempestivamente con trattamenti che preservino la funzione renale e, di conseguenza, la salute dell’osso. Questo approccio è fortemente promosso nel nuovo Documento di Indirizzo PPDTA, che pone la prevenzione al centro della strategia terapeutica per la MRC.

Il futuro della nefrologia: trapianto renale e xenotrapianto

Il trapianto renale, considerato la terapia sostitutiva ottimale per i pazienti con MRC avanzata, ha un impatto significativo anche sulla salute ossea. Il recupero della funzione renale tramite trapianto permette infatti di migliorare il metabolismo osseo, riducendo i rischi di complicanze come l’osteoporosi e le fratture. Tuttavia, l’accesso al trapianto è ancora limitato e il trapianto da vivente resta un’opzione poco sfruttata in Italia. Il xenotrapianto, benché ancora in fase sperimentale, rappresenta una prospettiva futura promettente che potrebbe risolvere il problema della carenza di organi e, di conseguenza, ridurre l’impatto delle malattie renali sulla salute ossea.

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