L’osteoporosi associata alla gravidanza e all’allattamento (PLO) è una condizione rara, caratterizzata dalla comparsa di fratture da fragilità durante la fine della gravidanza o l’allattamento. Le fratture vertebrali, in particolare nella regione toracolombare, sono comuni e possono causare dolore intenso, interferendo con le attività quotidiane delle neomamme e aumentando la morbilità. Sebbene la PLO si manifesti prevalentemente nella prima gravidanza, la recidiva può verificarsi nel 20-33% dei casi nelle gravidanze successive. I dati giapponesi stimano una prevalenza di 4,5 casi ogni 10.000 gravidanze.
Il trattamento per la PLO rimane poco definito, con approcci che includono l’interruzione dell’allattamento e l’uso di integratori di calcio e vitamina D. Terapie alternative, come i bifosfonati e il denosumab, sono state studiate, ma il teriparatide (TPD) ha suscitato particolare interesse per le sue proprietà anaboliche e il potenziale di aumentare la densità minerale ossea (BMD).
Alcuni fattori caratteristici della gravidanza e dell’allattamento sono:
- Cambiamenti fisiologici durante la gravidanza e l’allattamento
La gravidanza richiede un apporto aumentato di calcio per garantire una corretta mineralizzazione dello scheletro fetale, e il turnover osseo aumenta, mediato da ormoni come il calcitriolo e il PTHrP. Durante l’allattamento, si verifica una perdita di calcio significativa attraverso il latte materno, accompagnata da un riassorbimento osseo aumentato. - Cambiamenti della densità minerale ossea
Durante la gravidanza, la maggior parte delle donne sperimenta una riduzione minima della BMD, mentre durante l’allattamento si può osservare una diminuzione transitoria della BMD, che varia dal 3 al 9%. Studi hanno mostrato che, con l’interruzione dell’allattamento, la BMD tende a recuperare entro 3-6 mesi. - Cambiamenti nei marcatori del turnover osseo
L’aumento del turnover osseo durante l’allattamento, evidenziato da livelli elevati di CTx, suggerisce una mobilitazione del calcio dallo scheletro materno, con implicazioni per la BMD postpartum. - Fattori di rischio per la PLO
Tra i fattori di rischio per lo sviluppo della PLO si annoverano basso peso corporeo, storia familiare di fratture, carenza di vitamina D, fumo e riposo a letto prolungato. Eziologie genetiche come l’osteogenesi imperfetta possono anche contribuire al rischio. - Effetto della gravidanza e dell’allattamento sul rischio di frattura
Le donne con PLO sono considerate a rischio elevato di fratture, principalmente a carico della colonna vertebrale. Lo stress meccanico e la predisposizione genetica possono aumentare ulteriormente questo rischio, rendendo necessarie ulteriori indagini e trattamenti mirati.
Emerge l’importanza di una gestione clinica adeguata per le donne a rischio di PLO e la necessità di un approccio multidisciplinare per prevenire e trattare le fratture in questo gruppo vulnerabile.
Metodologia
Tra l’inizio e agosto 2023, è stata condotta una ricerca approfondita su revisioni sistematiche, rapporti di casi e serie di casi riguardanti l’uso del teriparatide (TPD) nel trattamento dell’osteoporosi associata alla gravidanza e all’allattamento (PLO). Sono stati consultati database come PubMed, Google Scholar e Cochrane, identificando oltre 300 casi di PLO. Sono stati presi in esame solo i casi trattati specificamente con TPD, con diagnosi confermata di PLO basata su anamnesi clinica e conferma radiografica, ed esclusi quelli con precedenti fratture da fragilità, fratture traumatiche o diagnosi pregressa di osteoporosi.
Discussione
La PLO è una condizione relativamente rara nelle giovani donne, ma le fratture vertebrali possono causare dolore lombosacrale significativo nel terzo trimestre e nel periodo postpartum. Questo può portare a gravi limitazioni nella mobilità e incapacità lavorativa. In un’analisi retrospettiva di 107 casi, il 58,5% delle donne con PLO ha riferito una risoluzione completa del dolore alla schiena dopo circa tre anni dalla diagnosi. Tuttavia, mancano studi comparativi diretti che valutino l’efficacia del TPD rispetto ad altri trattamenti.
Le serie di casi indicano che le donne con PLO possono sperimentare un recupero spontaneo della BMD, con aumenti variabili dal 20% al 70% senza farmacoterapia. Recenti revisioni sistematiche hanno mostrato guadagni di BMD superiori con TPD (32,9% dopo 24 mesi) rispetto ai bifosfonati (17,9%). Anche in casi di fratture vertebrali multiple, il TPD ha mostrato aumenti significativi della BMD, superiori a quelli osservati in donne premenopausali con osteoporosi idiopatica.
Nonostante l’uso di bifosfonati per gestire la PLO, i tassi di rifrattura sono stati più elevati rispetto a quelli osservati con TPD (9% vs 15,7%). Inoltre, l’uso di integratori di calcio e vitamina D ha mostrato benefici modesti. I marcatori di turnover osseo, come CTx e osteocalcina, indicano che la terapia con TPD può migliorare la formazione ossea, con cambiamenti che suggeriscono una finestra anabolica nei primi mesi di trattamento.
In conclusione, sebbene il TPD sembri promettente nel trattamento della PLO, sono necessari ulteriori studi per chiarire la sua efficacia rispetto ad altre opzioni terapeutiche e per comprendere meglio i marcatori di risposta alla terapia.
Lo studio
Ali DS, Khan AA, Brandi ML. Effective strategies for pregnancy and lactation-associated osteoporosis: teriparatide use in focus. Endocrine. 2024 Nov;86(2):459-469. doi: 10.1007/s12020-024-03946-6. Epub 2024 Jul 15. PMID: 39008200.