L’osteoporosi, per la sua diffusione e il grave impatto sulla qualità di vita, è considerata una malattia sociale. Si presenta soprattutto nelle persone oltre i 50 anni, ma anche nelle altre fasce d’età, dove è più difficilmente diagnosticata. La situazione è complicata dall’impossibilità di individuare le cause di alcuni tipi di osteoporosi. Migliorarne la conoscenza sarebbe di aiuto per implementare le possibilità di diagnosi e trattamento di questa patologia. Per comprendere le cause dell’osteoporosi idiopatica, Rouleau e colleghi hanno indagato e descritto gli aspetti funzionali, la genetica molecolare e le caratteristiche ossee in uno studio di coorte monocentrico. I ricercatori hanno individuato possibili associazioni tra osteoporosi primaria idiopatica e genetica.
Osteoporosi primaria idiopatica e genetica
L’osteoporosi consiste in una riduzione della massa ossea (bone mineral density, BMD) o in un’alterata microarchitettura del tessuto osseo che porta a un aumentato rischio di fratture. Colpisce soprattutto le persone sopra i 50 anni, in cui le fratture da fragilità si manifestano con T-score inferiore a -2,5 a livello di anca o rachide lombare; per questa ragione, la diagnosi di osteoporosi si basa su questo valore. È sempre più riconosciuta anche in bambini e adolescenti, nei quali questo fattore è poco chiaro, dal momento che le fratture si possono presentare con un BMD normale; quindi, in queste fasce d’età la diagnosi si basa sui sintomi patologici, come la presenza di fratture vertebrali senza traumi importanti. La diagnosi negli adulti tra i 20 e i 50 anni è ancora poco definita.
Le cause dell’osteoporosi sono complesse. Studi su gemelli hanno mostrato che i fattori genetici potrebbero comportare fino all’80% della variazione della massa ossea tra diversi individui. Inoltre, alcune forme di osteoporosi idiopatica giovanile e di early onset osteoporosis sembrano essere associate a varianti genetiche; in particolare, i geni più frequenti risultano essere LRP5, WNT1 e COL1A1/2. Indagare sulla genetica, quindi, potrebbe aiutare a capire e affrontare meglio l’osteoporosi primaria idiopatica.
La ricerca
Lo studio ha incluso pazienti con diagnosi di osteoporosi primaria idiopatica del periodo 2014-2020 dell’unità malattie ossee rare del Centro Ospedaliero Universitario di Tolosa. Tali pazienti sono stati sottoposti a pannelli genetici per fragilità ossea e sono stati esclusi i casi con caratteristiche imputabili a osteogenesi imperfetta e altre sindromi associate a osteoporosi; quindi, il campione finale ha incluso 66 pazienti: 19 minorenni, di cui il 63% maschi, e 47 adulti, per il 66% donne.
Quindi, tramite indagine retrospettiva i ricercatori hanno raccolto i seguenti dati:
- Storia familiare e personale di fratture e osteoporosi;
- Parametri di omeostasi minerale prima dei trattamenti (calcio, fosfato, fosfatasi alcalina, 25-OHD, CTX da analisi del sangue);
- Marker di formazione e riassorbimento osseo prima delle terapie;
- Densità minerale ossea del corpo esclusa la testa (TB-BMD), a livello di rachide lombare (LS-BMD) e a livello dell’anca in toto (TH-BMD) con assorbimetria a raggi X a doppio livello di energia (DXA).
In seguito alle analisi statistiche, nell’11% del campione è emersa una variante sul gene LRP5 e il 27% dei pazienti ha mostrato varianti genetiche patogeniche in eterozigosi (principalmente a livello dei geni LRP5, WNT1 e COL1A1). Non sono emerse differenze significative tra le caratteristiche cliniche, radiologiche e biologiche relativamente al genotipo né fra i due sessi.
Bambini e adolescenti (<18 anni d’età) sono risultati avere meno fratture vertebrali (26% vs 57%, p = 0.022) e più fratture periferiche (84% vs 53%; p = 0.019); il 26% di loro presentava una storia familiare a basso rischio di fratture traumatiche. Il Z-score del LS-BMD è risultato significativamente più basso di quello del TB-BMD (−2.1 vs −1.5; p = 0.003). Le mutazioni patologiche sono risultate essere doppiamente frequenti tra i ragazzi che tra gli adulti, ma in modo non statisticamente significativo.
L’analisi di regressione ha mostrato un’associazione significativa negativa tra l’età al referral e i valori di LS-BMD (r = -0,309, p = 0,005) e un’associazione significativa positiva tra l’età al referral e l’età alla prima frattura (r = 0,776, p <0,0001).
Conclusioni
Lo studio di Rouleau e colleghi riporta le principali caratteristiche di adulti e bambini con osteoporosi primaria idiopatica. Nonostante il campione sia tra i più ampi mai considerati, data la rarità della malattia i soggetti inclusi sono pochi per trarre risultati conclusivi; inoltre, a causa della natura retrospettiva dello studio non è stato possibile considerare importanti predittori della massa ossea, come attività fisica e assunzione di calcio. Tuttavia, la ricerca ha individuato una variante patogena nel gene LRP5 (Val667Met) nella metà del gruppo bambini e adolescenti e nell’80% di quelli con almeno una frattura vertebrale. Quindi, le analisi genetiche per fragilità ossea potrebbero costituire un elemento utile per la consulenza genetica e la gestione delle persone con osteoporosi primaria idiopatica.
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