sabato, Luglio 27, 2024
SpecialitànefrologiaScreening dell'osteoporosi, opportunità mancata per pazienti con ESRD

Screening dell’osteoporosi, opportunità mancata per pazienti con ESRD

Nonostante le donne con malattia renale allo stadio terminale (ESRD) in emodialisi di mantenimento siano maggiormente a rischio di malattie ossee, raramente vengono sottoposte a screening per l'osteoporosi che rappresenterebbe invece un'opportunità per migliorare le cure preventive per tale popolazione

Un gruppo di ricercatori dell’università della Florida ha effettuato uno studio per verificare se le pazienti con malattia renale allo stadio terminale (ESRD) in emodialisi (MH) vengano sottoposte a screenig per l’osteporosi.
Tale screening sarebbe importante in questa popolazione che è particolarmente esposta al rischio di sviluppare malattie ossee, in quanto i reni hanno un ruolo chiave nell’omeostasi del calcio. Inoltre, in questi casi, le opzioni terapeutiche sono limitate dal fatto che nei pazienti con ESRD i bisfosfonati sono controindicati. Un’azione preventiva sarebbe quindi utile, ma lo studio ha dimostrato che, purtroppo, meno del 20% delle donne con ERSD coinvolte nella sperimentazione veniva sottoposto a screening per l’osteoporosi.

Lo studio è partito dalla considerazione il vantaggio di sopravvivenza che le donne hanno sugli uomini nella popolazione generale è notevolmente diminuito nella popolazione con MH e identifica lo screening dell’osteoporosi come un’opportunità per migliorare le cure preventive per le donne con malattia renale allo stadio terminale trattata con emodialisi.

Metodi

Per verificare la diffusione dello screening per l’osteoporsi, i ricercatori hanno effettuato un sondaggio trasversale di pazienti adulti con ESRD sottoposti a MH in due centri di dialisi ambulatoriale presso l’Università della Florida. Le interviste sono state condotte utilizzando uno strumento di indagine che conteneva domande su informazioni demografiche, tipi di fornitori di assistenza sanitaria e una serie di misure preventive messe eventualmente in atto. Per determinare l’idoneità e il completamento dello screening per i tumori al seno e cervicali e per l’osteoporosi, i ricercatori hanno utilizzato le linee guida della US Task Force (Uspstf) degli Stati Uniti.

Risultati

Dei 132 pazienti che hanno partecipato a questo studio, 66 (50%) erano donne. L’età media delle donne era di 60 anni (intervallo = 22-84). La maggior parte (95,5%, n = 63) ha riferito di avere un fornitore di cure primarie (l’equivalente del nostro medico di base). Dei pazienti eleggibili, l’81,4% (35/43) ha riferito di essere aggiornato sullo screening del cancro al seno, il 75% (33/44) sullo screening del cancro cervicale e il 16,7% (4/24) sullo screening dell’osteoporosi. Avere un fornitore di cure primarie era associato a una tendenza verso una maggiore aderenza con le misure di cura preventiva.

Conclusioni

Lo studio identifica lo “screening dell’osteoporosi” come un’opportunità per migliorare l’assistenza preventiva delle donne con ESRD trattate con MH di mantenimento. In questa coorte, i tassi di screening dell’osteoporosi sono risultati inferiori al 20%: addirittura più bassi di quelli condotti sulla popolazione generale (cioè il 25%). È interessante notare, invece, che rispetto alla popolazione generale le donne coinvolte nello studio hanno riportato tassi più elevati di screening per tumori maligni della mammella e della cervice.

Al di là dell’indicazione che sono necessari ulteriori studi per meglio identificare quali siano gli strumenti più idonei per garantire a queste pazienti cure preventive appropriate e promuovere una maggiore aderenza alle stesse, quello che emerge chiaramente è la necessità di un approccio multidisciplinare, che coinvolga specialisti di aree differenti per la corretta gestione dei pazienti.

Bibliografia

Abstract TH-PO728 “Screening for Osteoporosis Represents a Missed Opportunity in Women with ESRD” (autori A.Kazory, S.Phem, S.Bozorgmehri, T.Ozrazgat-Baslanti, M.Sattari) presentato al Meeting annuale Kidney Week 2019 dell’American Society of Nephrology il 7 novembre 2019

 

 

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