Nel corso di uno studio clinico condotto in Brasile si è voluto osservare come la densità minerale ossea (Bone Mineral Density, BMD) e, in generale, il metabolismo osseo potevano essere influenzate dallo stato nutrizionale e la composizione corporea. Si visto come in individui dai 60 anni in su, sia sani che affetti da osteopenia/osteoporosi, l’aumento del peso corporeo, insieme alla percentuale di grasso corporeo (&BF) e alla circonferenza addominale (AC) influenzino positivamente il metabolismo osseo.
Il target scelto per lo studio sul peso corporeo e metabolismo osseo
I partecipanti di questa particolare analisi presentavano un’età media di circa 67 anni e sono stati suddivisi in due gruppi diversi. Un ramo era composto da soggetti sani con un normale livello di BMD, mentre nell’altro erano presenti pazienti affetti da osteopenia/osteoporosi. Su tutti sono stati rilevati diversi valori antropometrici riguardanti il loro stato nutrizionale, come ad esempio la concentrazione sierica di 25-idrossi-colecalciferolo [25(OH)-D], la %BF e l’AC.
Il ruolo giocato dal grasso corporeo nei confronti del BMD
Analizzando i risultati dello studio, si è notato come la maggior parte dei soggetti con un valore normale di BMD presentassero anche valori sopra la media rispetto alla %BF e alla AC, suggerendo che queste siano coinvolte nel mantenimento di un buon metabolismo osseo e che il peso corporeo possa stimolare meccanicamente le ossa a produrre elementi che ne migliorino l’integrità (quali ad esempio gli osteoblasti).
Inoltre, l’aumento degli adipociti potrebbe inoltre essere correlato all’aumento della produzione degli ormoni sessuali, i quali agirebbero come inibitori del riassorbimento osseo. L’abbassamento dei casi di frattura tra gli individui sovrappeso o obesi confermerebbe anche l’azione “cuscinetto” che il tessuto adiposo avrebbe nei confronti delle ossa dei fianchi e della colonna vertebrale.
Nel cercare un collegamento tra i marcatori del metabolismo osseo, la composizione corporea e la densità ossea, si è visto come i valori più elevati di 25(OH)-D fossero presenti negli individui in sovrappeso e non affetti da osteopenia od osteoporosi.
Le riserve di grasso come scudo contro i danni dell’osteoporosi
L’invecchiamento è un fenomeno complesso che produce cambiamenti importanti anche a livello ormonale, scatenando l’insorgenza di patologie che coinvolgono anche la robustezza ossea, come nel caso dell’osteoporosi. Le scoperte elencate fino a questo momento evidenziano come il mantenimento di una certa percentuale di grasso corporeo nei soggetti anziani a rischio di osteoporosi potrebbe aiutarli a mantenere un buono stato di salute, caratterizzato da livelli di BMD e di 25(OH)-D ottimali e una protezione da urti che potrebbero altrimenti comprometterne l’integrità della microarchitettura ossea.
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