venerdì, Novembre 22, 2024
SpecialitànefrologiaIperfosfatemia: sintomi e cause

Iperfosfatemia: sintomi e cause

L’iperfosfatemia è un disturbo forse meno complesso rispetto all’ ipofosfatemia ma è sintomo di malattie assolutamente da non sottovalutare. Le cause dell’iperfosfatemia  infatti sono nella maggior parte dei casi riconducibili a disfunzioni renali, croniche o acute.

Definizione di Iperfosfatemia

Se un normale range di fosfato nel siero è tra 0.80 e 1.45 mmol/L e una grave ipofosfatemia si verifica quando il livello scende sotto 0.32 mmol/L, si parla di iperfosfatemia acuta quando il fosfato nel siero supera le 2mmol/L nell’adulto, ricordiamo invece che nei bambini i livelli di fosfato fisiologico sono significativamente maggiori.

L’iperfosfatemia cronica è spesso asintomatica, rendendo quindi più difficile il suo riconoscimento, ma può altresì causare una calcificazione dei tessuti molli e dei vasi sanguigni.

I meccanismi biologici che conducono allo svilupparsi dell’iperfosfatemia sono due: un significativo aumento del fosfato extracellulare dovuto ad uno shift tra compartimenti intra ed extracellulari, oppure una diminuzione della secrezione di fosfato a livello renale a causa di una ridotta filtrazione glomerulare o un aumento del riassorbimento tubulare.

Cause dell’iperfosfatemia acuta

Danni renali acuti: la causa sicuramente più comune per l’insorgenza di iperfosfatemia è un danno renale, in particolare è stata riscontrata nel 65% dei pazienti prima di un trapianto di reni. La causa è una riduzione nel numero dei nefroni correttamente funzionanti e quindi una forte diminuzione del fosfato secreto attraverso l’urina, il tutto accompagnato dalla mancanza di un meccanismo compensatorio; nei primi stadi di una malattia renale cronica, infatti, il fosfato nel siero viene mantenuto a livelli fisiologici grazie all’aumento degli ormoni FGF23 e PTH, che invece vengono meno quando il danno renale è troppo grave.

Aumento dell’assorbimento intestinale: se associato ad una funzione renale compromessa, un alto assorbimento del fosfato può essere causa di iperfosfatemia, così come un’intossicazione da vitamina D, proprio contrariamente a quanto avviene nel caso dell’ipofosfatemia.

Shift transcellulare: questo fenomeno avviene molto spesso nella sindrome della lisi tumorale, quando le cellule tumorali, in risposta ad una terapia chemioterapica, riversano il loro contenuto nel circolo sanguigno portando gravissime complicazioni, tra cui iperfosfatemia. Quando nel sangue aumentano i livelli di calcio, il fosfato presente si lega ad esso formando dei cristalli di calcio-fosfato causando danni al corretto funzionamento renale e ipocalcemia, dovuta alla sottrazione di tutto il calcio presente liberamente nel sangue.

Cause dell’iperfosfatemia cronica

Malattie renali croniche: è la più diffusa causa per l’iperfosfatemia, che si manifesta di solito in una fase tardiva della malattia renale cronica e incrementa il rischio di mortalità del paziente.

Ipoparatiroidismo acquisito: quando il livelli dell’ormone PTH si abbassano il paziente va incontro a ipocalcemia e a iperfosfatemia, che può contribuire alla produzione di calcoli renali e alla nefrocalcinosi a causa della formazione del calcio-fosfato. La causa più comune per l’ipoparatiroidismo è un danno, o addirittura la resezione, della ghiandola paratiroidea.

Ipoparatiroidismo genetico: nonostante questa malattia si manifesti geneticamente in meno del 10% dei casi, è la causa primaria di ipoparatiroidismo infantile e presenta la stessa sintomatologia del precedente, in particolare l’ipocalcemia.

Esiste anche una forma genetica di iperfosfatemia, che si manifesta in modo non aggressivo e altalenante ed è causata da una mutazione loss of function nel gene che codifica per la fosfatasi alcalina non tessuto specifica, portando ad una distribuzione non omogenea del calcio nelle ossa, fenomeno particolarmente pericoloso nei bambini.

L’iperfosfatemia congenita può provocare anche un aumento del riassorbimento renale del fosfato, i cui sintomi possono essere letali nella forma neonatale oppure, nell’adulto, possono presentarsi sporadicamente a livello dentale.

Approccio clinico all’iperfosfatemia

Quando la malattia si manifesta nella sua forma acuta, si andranno a cercare e trattare i suoi sintomi più gravi come danni renali acuti, associati o meno ad uno shift transcellulare di fosfato, emolisi o sindrome della lisi tumorale.

In assenza di una sintomatologia acuta, la storia clinica del paziente aiuterà nell’escludere un’eventuale falsa iperfosfatemia e per capire se sono presenti dei disturbi renali cronici o un ipoparatiroidismo acquisito, le due più comuni cause riscontrate sino ad ora.

La comunità scientifica è concorde sull’affermare che l’iperfosfatemia sia, nella maggior parte dei casi, una conseguenza di un disfunzionamento renale, cronico o acuto.

Fonte The Causes of Hypo and Hyperphosphatemia in Humans

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