In seguito a numerose evidenze scientifiche si è reso necessario un aggiornamento della Nota 96 istituita nel 2019 (determina AIFA n. 48/2023 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 43 del 20 febbraio 2023) sui criteri per la prescrizione della supplementazione di Vitamina D per la prevenzione e trattamento degli stati di carenza nell’adulto.
In merito al ruolo della vitamina D in assenza di concomitanti condizioni di rischio sono stati presi in considerazione due grandi studi clinici, lo studio americano VITAL (LeBoff M et al, NEJM 2022) e lo studio europeo DO-HEALTH (Bischoff-Ferrari HA et al, JAMA 2020). Entrambi gli studi concludono che una supplementazione di Vitamina D in dosi adeguate, anche nel lungo periodo (rispettivamente 5 e 3 anni di trattamento), non è in grado di modificare il rischio di frattura nella popolazione sana, senza fattori di rischio per osteoporosi.
Anche in soggetti affetti da Covid-19, di cui si trovano numerosi studi nella recente letteratura, la supplementazione di Vitamina D non sembra portare beneficio.
Le modifiche introdotte con l’aggiornamento della Nota 96 sono le seguenti:
- introduzione della nuova categoria di rischio “persone con gravi deficit motori o allettate che vivono al proprio domicilio”;
- riduzione da 20 a 12 ng/mL (o da 50 a 30 nmol/L) del livello massimo di vitamina 25(OH)D sierica, in presenza o meno di sintomatologia specifica e in assenza di altre condizioni di rischio associate, necessario ai fini della rimborsabilità;
- specificazione di livelli differenziati di vitamina 25(OH)D sierica in presenza di determinate condizioni di rischio (ad es. malattia da malassorbimento, iperparatiroidismo) già presenti nella prima versione della Nota;
- aggiornamento del paragrafo relativo alle evidenze più recenti sopracitate e inserimento di un breve paragrafo dedicato a vitamina D e COVID-19;
- introduzione di un paragrafo sui potenziali rischi associati all’uso improprio dei preparati a base di vitamina D.