Non serve un grande trauma per danneggiare il nostro scheletro. Le fratture da stress, dette anche da fatica, si sviluppano lentamente quando l’osso è sottoposto a carichi ripetuti senza il tempo necessario per rigenerarsi. Succede spesso a chi pratica corsa, danza o attività che richiedono movimenti ripetitivi, ma anche a chi passa da una vita sedentaria a un’attività fisica intensa troppo in fretta.
Sintomi da non sottovalutare
Il dolore compare gradualmente durante l’attività fisica e tende a ridursi con il riposo. Può localizzarsi in un punto preciso, essere sensibile al tatto o accompagnarsi a un leggero gonfiore. Spesso viene sottovalutato, perché non è legato a un trauma evidente. Le radiografie tradizionali possono non evidenziare subito la frattura; in alcuni casi, si ricorre a risonanza magnetica o altri esami specifici.
Diagnosi: un passaggio importante
Riconoscere una frattura da stress richiede attenzione ai segnali del corpo e un confronto accurato con il medico, che valuterà i sintomi, le abitudini motorie e le attività recenti. Se necessario, si procederà con indagini più approfondite per confermare la diagnosi e impostare il trattamento.
Come si cura una frattura da stress
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Riposo: la sospensione temporanea dell’attività che ha causato il sovraccarico è fondamentale.
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Modifica del carico: possono essere consigliate attività alternative come nuoto o ciclismo.
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Tutori o scarpe ortopediche: utili per proteggere e stabilizzare l’area colpita.
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Antidolorifici: da usare con cautela, sempre sotto consiglio medico.
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Fisioterapia: indicata per recuperare mobilità e forza, e per prevenire ricadute.
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Chirurgia: rara, ma necessaria in casi particolari, ad esempio se la frattura non guarisce o interessa aree delicate.
Tempi di recupero
Generalmente, il recupero richiede da 6 a 8 settimane. In alcuni casi più complessi può estendersi a tre mesi o oltre. Il ritorno all’attività fisica deve essere graduale, seguendo sempre le indicazioni del medico e del fisioterapista.
Come si possono prevenire
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Allenarsi con gradualità, evitando di aumentare bruscamente i carichi.
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Usare calzature adeguate all’attività praticata.
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Rispettare i tempi di recupero tra un allenamento e l’altro.
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Assicurarsi una dieta ricca di calcio, vitamina D e proteine.
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Valutare con il medico la salute ossea, soprattutto se si è a rischio di osteoporosi o si è avuta una frattura in passato.

