sabato, Luglio 27, 2024
SpecialitàimmunologiaAllergia e osteoporosi, c'è una correlazione

Allergia e osteoporosi, c’è una correlazione

Sino a pochi anni fa la concomitanza di allergie e osteoporosi era attribuita a una casualità, ora ci sono numerosi studi a supporto di una correlazione tra le due patologie che condividono pathways, cellule, citochine e recettori

Inizialmente la terapia steroidea a lungo termine assunta dai soggetti allergici era l’unica correlazione clinica tra queste due malattie, ma recentemente sono state descritte diverse altre connessioni tra ossa e allergie, che esulano dal trattamento farmacologico. In questo articolo verranno illustrate le possibili interazioni tra il sistema immunitario e il sistema scheletrico nelle malattie di tipo allergico, mettendo in luce il fatto che la malattia di un sistema influenzi l’altro.

Osteoporosi e allergia

Un disturbo della microarchitettura del tessuto osseo insieme alla perdita di massa ossea caratterizzano l’osteoporosi, una malattia sistemica cronica dello scheletro, che porta di conseguenza alla tendenza alle fratture a causa di aumento della fragilità ossea. Epidemiologicamente l’osteoporosi colpisce il 12% degli uomini e il 30% delle donne, tra le quali se consideriamo donne in post-menopausa over 60 l’incidenza della malattia è intorno al 40-50%. Oltre ad essere una malattia fortemente invalidante, non è trascurabile l’impatto economico che ha sul sistema sanitario nazionale a causa selle comorbilità che insorgono nei pazienti.

Parallelamente l’allergia colpisce il 20% della popolazione mondiale, manifestandosi principalmente sottoforma di asma e riniti allergiche. Le allergie sono un tipo di patologia molto complessa, e si stanno riscontrando sempre più frequentemente in soggetti adulti dei problemi correlati all’apparato muscoloscheletrico e alle articolazioni.

Osteo-immunologia

È ormai noto che esiste un’interconnessione tra cellule immunitarie e ossa, e che si verificano interazioni nel microambiente osseo, come l’innesco delle cellule T naïve e la loro proliferazione. Le cellule immunitarie e ossee derivano dagli stessi progenitori nel midollo osseo e sono bersagli sensibili degli stessi mediatori che regolano l’ematopoiesi, le attività delle cellule ossee e le risposte immunitarie locali. Si consideri inoltre che le cellule ossee vengono influenzate dall’attività di macrofagi, linfociti B, natural killer e altre cellule immunitarie.

Le citochine inviano segnali alle cellule progenitrici nel midollo osseo per la loro differenziazione nelle due linee cellulari mieloidi e linfoidi, componenti entrambi cruciali nella risposta immunitaria. Le cellule immunitarie, gli osteoblasti e gli osteoclasti sembrano in grado di comunicare e influenzarsi tra loro, probabilmente grazie segnali di attivazione che condividono. Gli osteoclasti, nonostante la loro eterogeneità nell’origine e nell’ambiente, sono considerati una singola popolazione di cellule aventi capacità immunitarie oltre al noto ruolo di riassorbimento osseo. Questa nuova visione degli osteoclasti riconosce il loro ruolo di primo piano nella regolazione dello stato immunitario osseo sia allo stato stazionario che durante i processi infiammatori.

Infiammazione

Questo è il fattore comune alle due malattie, allergie e osteoporosi: il meccanismo, le cellule e le molecole coinvolte nel processo infiammatorio sono condivise con il sistema scheletrico. Abbiamo nominato le citochine poco prima per un motivo; esse giocano un ruolo essenziale nello sviluppo di un’allergia: reclutano e attivano i leucociti pro-infiammatori contribuendo all’insorgenza della malattia e alla sua cronicizzazione, ma dall’altra parte le citochine, insieme ad ormoni e fattori di crescita, cooperano per modulare il metabolismo osseo, bilanciando l’attività degli osteoblasti e degli osteoclasti. Tra le citochine pro-infiammatorie, IL-1, IL-6 e il TNFa sono i principali attori nel metabolismo osseo e hanno anche un ruolo chiave nelle malattie da carenza di estrogeni che inducono perdita di massa ossea.

L’asse IL-33/IL-31

Di recente è stato studiato come l’asse delle interleuchine IL-33 e IL-31 sia coinvolto in diverse patologie, dal cancro, malattie autoimmuni e allergie, all’osteoporosi. IL-31 è una citochina pro-infiammatoria, recentemente indicata come biomarker per le allergie e le malattie immunologiche, ma regola anche la proliferazione cellulare, il rimodellamento tissutale ed è coinvolta nella regolazione dei fattori di trascrizione che partecipano allo sviluppo dell’osteoporosi. Infatti livelli di IL-31 elevati nel siero sono stati osservati in donne in menopausa con una densità minerale ossea ridotta, anche se non ancora in osteoporosi conclamata. L’interleuchina-33 è strettamente collegata all’esistenza dell’interleuchina-31, insieme sono considerati un potenziale pathway nelle malattie infiammatorie croniche. L’espressione di una è in grado di indurre la produzione dell’altra, così generando un circuito amplificato del processo infiammatorio con conseguente sviluppo della malattia.

La vitamina D

La vitamina D è ampiamente riconosciuta per il suo ruolo nella modulazione della risposta immunitaria, e rappresenta forse il maggior punto di connessione tra le allergie e l’osteoporosi. La vitamina D è coinvolta nel mantenimento dell’equilibrio calcio-fosforo, alla base del metabolismo osseo, ma ha anche delle conclamate attività antiinfiammatorie.; svolge funzioni importanti a livello del sistema immunitario e interferisce nello sviluppo di malattie immuno-mediate.

Dati epidemiologici hanno suggerito una correlazione tra la carenza di vitamina D e diverse malattie immunitarie tra cui le allergie, in particolare è riportata una stretta associazione tra bassi livelli di vitamina D ed insorgenza di asma e infiammazioni delle vie respiratorie. È nota, d’altra parte, la grande importanza della vitamina D per il benessere del nostro apparato scheletrico e che la sua carenza è tra i primi sintomi di una malattia delle ossa, tra cui l’osteoporosi.

Istamina e allergia al polline

Si tratta di una molecola chiave nelle allergie. Le cellule ossee esprimono recettori per l’istamina e la stessa regolazione del metabolismo osseo coinvolge l’istamina. Inoltre è stato dimostrato che la produzione di istamina induce l’osteoclastogenesi attraverso i suoi recettori H1R, H2R e H4R portando quindi ad un maggior riassorbimento osseo e ad una diminuzione della sua densità.

Nel 2006 è uscito uno studio di Ferencz et al. Che ha indagato la correlazione tra il cambiamento di massa ossea e l’allergia al polline in donne post-menopausali e ha potuto constatare una grande presenza di fratture causate da caduta. Queste fratture, in donne già soggette a fragilità ossea, erano meno frequenti in quelle che assumevano una combinazione di steroidi per via inalatoria ed antistaminici rispetto a quelle in cura solo con steroidi. Gli autori hanno ipotizzato che il recettore antagonista dell’istamina sia in grado di compensare gli effetti negativi sulle ossa da parte dei corticosteroidi e dell’allergia stessa.

La dermatite atopica

Osteoporosi e fragilità ossea sono due conseguenze piuttosto comuni per chi soffre di dermatite atopica, un’infiammazione della pelle. Ci sono diversi fattori che possono spiegare la correlazione tra la debolezza delle ossa e la dermatite atopica, una di queste è la dieta a cui i soggetti con dermatite sono sottoposti: le restrizioni per certi alimenti possono portare ad una riduzione di calcio e vitamina D importanti per la mineralizzazione delle ossa.

Tornando alla questione della dieta, la fonte principale di calcio per l’essere umano è l’assunzione di latte vaccino; è stato dimostrato ampiamente che una scarsa assunzione di latticini porta ad un indebolimento dello scheletro. Purtroppo però il lattosio è anche causa di allergia ed intolleranze in una grande parte della popolazione, ed è stato osservato che i bambini intolleranti al lattosio sviluppano presto una carenza di calcio e vitamina D, che se non compensate possono portare a un danno al sistema scheletrico.

Conclusioni

Questo articolo, tratto dalla review del dott. Massimo De Martinis, porta alla luce molte delle correlazioni note tra sistema immunitario e metabolismo osseo: molte molecole e pathways sono in comune, a partire dall’origine delle cellule immunitarie e ossee nel midollo osseo, e non si può quindi escludere che anche le malattie che coinvolgono i due sistemi siano spesso correlate. Si tratta in ogni caso di un argomento ancora in gran parte sconosciuto e sono molti gli studi in atto per capire meglio questa dinamica.

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