sabato, Dicembre 13, 2025
SpecialitàendocrinologiaOsteosarcopenia e rischio clinico

Osteosarcopenia e rischio clinico

Un’analisi prospettica su oltre 2.500 adulti finlandesi ≥55 anni, seguiti per quasi due decenni, chiarisce la relazione tra sarcopenia, osteoporosi e la loro combinazione. Lo studio conferma che entrambe le condizioni aumentano il rischio di fratture e mortalità, ma mette in discussione l’idea che l’osteosarcopenia comporti un rischio additivo per gli eventi scheletrici. La sarcopenia si rivela invece un predittore più potente di mortalità, mentre l’osteoporosi rimane il driver principale del rischio fratturativo.

L’intersezione tra massa muscolare e salute scheletrica è al centro di un crescente interesse clinico. Negli ultimi anni, il concetto di osteosarcopenia – la coesistenza di osteoporosi e sarcopenia – è stato proposto come un possibile “fenotipo ad alto rischio”, capace di identificare soggetti particolarmente fragili. Tuttavia, le evidenze sulla reale capacità prognostica di questa condizione restano limitate.

Lo studio finlandese pubblicato su Aging Clinical and Experimental Research nel 2025 fornisce uno dei dataset più solidi disponibili: 2.506 individui ≥55 anni, provenienti dall’indagine nazionale Health 2000, seguiti fino a 19 anni attraverso registri ospedalieri e di mortalità. L’obiettivo: stimare l’impatto di sarcopenia (definita come probable sarcopenia tramite forza di presa <27 kg negli uomini, <16 kg nelle donne), osteoporosi (T-score < –2,5 da QUS calcaneare o diagnosi DXA auto-riportata) e osteosarcopenia su fratture e mortalità.

Un campione anziano e molto femminile nelle categorie osteoporotiche

Le quattro categorie analizzate – riferimento, sarcopenia, osteoporosi, osteosarcopenia – presentavano differenze marcate già al baseline.
L’età media saliva progressivamente fino a 80,4 anni nel gruppo osteosarcopenico, e la prevalenza femminile raggiungeva quasi il 90% nei gruppi con osteoporosi. Anche le limitazioni motorie risultavano molto più frequenti in osteosarcopenia (78,7%) rispetto al gruppo di riferimento (18,3%).

Durante il follow-up sono stati registrati:

  • 580 fratture (23,1%)
  • 403 fratture maggiori (16,1%)
  • 176 fratture di femore (7,0%)
  • 1.375 decessi (54,9%)

Un dataset dunque altamente informativo, sia per numerosità sia per durata di osservazione.

Rischio di frattura: l’osteoporosi rimane il determinante principale

Nelle analisi multivariate, considerando età, sesso, stile di vita e limitazioni motorie, tutti e tre i gruppi clinici mostravano un rischio aumentato di fratture a bassa energia rispetto ai controlli.

Tuttavia, una volta considerato il competing risk della mortalità, lo scenario cambia:

  • solo l’osteoporosi mantiene un’associazione significativa con le fratture (HR 1,86 per any fracture);
  • l’osteosarcopenia non supera né la sola sarcopenia né la sola osteoporosi nella predizione del rischio fratturativo;
  • per fratture maggiori e femorali, l’effetto robusto è ancora una volta attribuibile principalmente all’osteoporosi.

Il dato è clinicamente rilevante: in un follow-up così lungo, la mortalità “competitiva” nelle persone con sarcopenia severa tende a mitigare la probabilità che queste vadano incontro a fratture documentate. Questo spiega in parte perché l’osteosarcopenia non mostri un rischio superiore.

Mortalità: la sarcopenia è il segnale d’allarme più forte

Se l’osteoporosi domina il rischio fratturativo, la sarcopenia domina il rischio di mortalità.

Nel modello completamente aggiustato:

  • la sarcopenia isolata aumenta il rischio di morte del 45%;
  • l’osteosarcopenia lo aumenta dell’84%;
  • l’osteoporosi isolata non raggiunge significatività (HR 1,22; IC 0,98–1,51).

Il confronto diretto tra osteosarcopenia e osteoporosi è ancora più eloquente:
l’osteosarcopenia comporta un rischio di morte significativamente maggiore rispetto alla sola osteoporosi (HR 0,66 per il gruppo osteoporosi vs osteosarcopenia).

Questi dati confermano osservazioni già emerse in letteratura: la fragilità muscolare è un predittore di mortalità più potente della densità minerale ossea. La componente muscolare riflette infatti vulnerabilità sistemiche – cardiovascolari, neurologiche, infiammatorie – che incidono sul rischio di decesso ben oltre la sfera muscolo-scheletrica.

Osteosarcopenia: un fenotipo ad alto rischio, ma non per le fratture

Il concetto di “doppio colpo” – ossa fragili + muscoli deboli – è intuitivo, ma questo studio ridimensiona l’idea che osteosarcopenia possa essere considerata un super-predittore di fratture.
In questa coorte:

  • l’osteosarcopenia non supera la sola osteoporosi nel rischio di frattura;
  • la sarcopenia contribuisce meno alla fragilità scheletrica rispetto all’osteoporosi;
  • il problema principale nei pazienti osteosarcopenici potrebbe non essere la frattura, ma la sopravvivenza.

Tuttavia, la rilevazione della sarcopenia rimane clinicamente preziosa:

  • identifica soggetti più fragili, più anziani, con maggiore disabilità;
  • segnala un rischio di mortalità superiore;
  • aggiunge informazioni potenzialmente utili agli strumenti di valutazione del rischio (es. possibile integrazione del FRAX®).

Implicazioni cliniche

Le conclusioni dello studio sono chiare e applicabili alla pratica clinica specialistica:

  1. Misurare la forza di presa è semplice, economico e informativo.
    Anche senza valutazione della massa muscolare, la probable sarcopenia è un forte predittore di esiti avversi.

  2. L’osteoporosi è ancora il driver del rischio fratturativo.
    La densità minerale ossea, anche misurata tramite QUS, rimane centrale.

  3. L’osteosarcopenia non implica necessariamente un rischio fratturativo maggiore.
    Ma identifica pazienti con elevata fragilità globale.

  4. La priorità clinica nei pazienti con sarcopenia (con o senza osteoporosi) potrebbe essere la prevenzione della perdita funzionale e della fragilità multimorbida, oltre che la prevenzione delle fratture.

  5. Il fattore tempo è cruciale.
    La lunga durata del follow-up mette in luce l’effetto forte della mortalità nel modificare gli esiti osservabili.

Lo studio

Blomqvist M, Nuotio MS, Sääksjärvi K, Pentti BSc J, Koskinen S, Stenholm S. Osteosarcopenia as a risk factor for fractures and mortality – 19-year follow-up of a population-based sample. Aging Clin Exp Res. 2025 Nov 6;37(1):319. doi: 10.1007/s40520-025-03229-8. PMID: 41196446; PMCID: PMC12592282.

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