Romosozumab, un anticorpo monoclonale diretto contro la sclerostina, è stato al centro di numerosi dibattiti per i possibili rischi cardiovascolari associati al suo utilizzo. Un’analisi sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati hanno confrontato la sicurezza cardiovascolare di romosozumab con altre terapie anti-osteoporotiche comunemente utilizzate, come alendronato, denosumab, teriparatide e raloxifene, dimostrando che non vi sono significative differenze nel rischio di eventi cardiovascolari o mortalità. Tuttavia, ulteriori studi nel mondo reale sono necessari per confermare questi risultati.
Metodologia dello studio
Una revisione sistematica e una meta-analisi di 25 studi randomizzati controllati, che hanno coinvolto un totale di 24.942 donne in post-menopausa con osteoporosi, hanno confrontato romosozumab con alendronato, teriparatide, denosumab, raloxifene e placebo. Sono stati analizzati i rischi di mortalità cardiovascolare, eventi cardiovascolari e altri eventi avversi.
Principali risultati
L’analisi ha mostrato che:
- Non ci sono differenze significative nel rischio di mortalità cardiovascolare tra romosozumab e placebo.
- Il rischio di eventi cardiovascolari maggiori non è risultato significativamente differente rispetto alle altre terapie anti-osteoporotiche.
- Il tasso di eventi avversi non ha mostrato variazioni rilevanti tra romosozumab e le altre opzioni terapeutiche considerate.
Considerazioni sul rischio cardiovascolare
Studi precedenti avevano sollevato dubbi circa un possibile aumento del rischio cardiovascolare associato a romosozumab, in particolare lo studio ARCH, che aveva evidenziato un aumento di eventi cardiaci gravi rispetto all’alendronato. Tuttavia, altre ricerche come lo studio FRAME non hanno rilevato un rischio significativo.
Conclusioni e implicazioni cliniche
I risultati suggeriscono che romosozumab potrebbe essere un’opzione terapeutica sicura per le donne in post-menopausa con osteoporosi, senza un aumento significativo del rischio cardiovascolare rispetto ad altre terapie. Tuttavia, a causa delle differenze nei risultati degli studi disponibili, è necessaria cautela nell’uso di romosozumab in pazienti con alto rischio cardiovascolare. Saranno fondamentali ulteriori studi basati su dati real-world per confermare la sicurezza a lungo termine di questa terapia.
Lo studio
Cheng, SH., Chu, W., Chou, WH. et al. Cardiovascular Safety of Romosozumab Compared to Commonly Used Anti-osteoporosis Medications in Postmenopausal Osteoporosis: A Systematic Review and Network Meta-analysis of Randomized Controlled Trials. Drug Saf 48, 7–23 (2025).