sabato, Luglio 27, 2024
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Chirurgia orale in pazienti medicalmente compromessi

L'aumento dell'aspettativa di vita comporta una serie di patologie che in sede di impianto dentale vanno prese in considerazione per non incorrere in spiacevoli conseguenze. Il commento del dott. Gregorio Guabello chiarisce l'aspetto farmacologico

L’aumento dell’età media aumenta la diffusione degli impianti dentali nei pazienti anziani.  L’aumento dell’aspettativa di vita comporta l’insorgenza di numerose patologie nei pazienti, che possono anche indirettamente incidere negativamente sull’esito di impianti dentali chirurgici, compromettendone la completa guarigione o influenzando la salute della zona peri-implantare.

Non è ancora chiaro quali misure preventive vadano prese nei confronti pazienti in procinto di sottoporsi ad impianto dentale con comorbilità, ma sicuramente l’identificazione dei potenziali eventi avversi e complicanze può aiutare nel processo di decisione.

In questo articolo vengono presi in considerazione i fattori di rischio più comuni e ne viene illustrato l’approccio medico in merito alle complicazioni che possono insorgere nel procedere con un impianto dentale.

Di seguito, brevemente, alcuni tra i fattori di rischio presi in analisi.

  • Fumo: è ormai noto che gli effetti della nicotina e di altri componenti del tabacco hanno effetti negativi sul metabolismo osseo, e anche sul processo di ossificazione che segue l’impianto dentale. Gli effetti della nicotina sono dose-dipendenti, ed è stato dimostrato che i forti fumatori hanno un rischio tre volte superiore di rigettare un impianto, oltre ad una significativa perdita di densità ossea che nella mascella rende ancora più difficoltosa l’operazione. Le raccomandazioni cliniche non sono definitive sull’impossibilità di procedere con l’impianto dentale, ma sicuramente è fortemente consigliata l’interruzione definitiva dell’assunzione di nicotina.
  • Diabete: caratterizzato da iperglicemia, il diabete è uno dei disturbi metabolici più comuni e in crescita ed è importante fare alcune valutazioni prima di procedere all’impianto in un paziente diabetico. Per quanto non esistano controindicazioni, l’iperglicemia induce infiammazione cronica con ripercussioni negative sull’osteointegrazione. Non è stata dimostrata una significativa differenza nella durata di un impianto tra pazienti diabetici e pazienti sani; tuttavia, è importate mantenere la glicemia sotto stretto controllo nel periodo precedente all’operazione, e i tempi di guarigione possono essere leggermente più lunghi.
  • Osteoporosi: si tratta di una condizione in cui la densità minerale ossea (BMD) è significativamente compromessa, complisce prevalentemente le donne in particolare nella condizione post-menopausale. Il successo di un impianto e dell’osteointegrazione è strettamente correlato alle condizioni di salute della mascella e della mandibola per cui la condizione di osteoporosi di un paziente non può essere sottovalutata.
  • Radioterapia: il 30-40% delle radiazioni vengono assorbite dall’osso a causa della sua grande componente di calcio; gli effetti di questo assorbimento sono un incremento dell’attività degli osteoclasti e contemporaneamente una riduzione delle funzioni degli osteoblasti. Il mancato equilibrio nel metabolismo osseo che si viene a creare è spesso causa di fratture della mascella e di aumento delle trabecole ossee. Anche in questo caso l’effetto è dose-dipendente, e la quantità di radiazioni a cui è sottoposto il paziente sembra incidere sul rischio di sviluppare osteonecrosi in seguito all’impianto.
  • Alcolismo: diversi studi sugli animali hanno valutato una significativa diminuzione del volume delle trabecole ossee, una diminuzione della mineralizzazione e della formazione della matrice ossea in ratti esposti cronicamente a sostanza alcoliche. Nell’uomo che abusa di alcol è stata dimostrata una disfunzione nell’attività degli osteoblasti primari e nella loro proliferazione, favorendo invece l’attività di riassorbimento osseo. Si rende quindi necessaria un’analisi della correlazione tra alcolismo e riassorbimento osseo pero-implantare.

L’autore dell’articolo, il Dott. Gregorio Guabello, ci spiega nel dettaglio in questo video come l’assunzione di farmaci anti-riassorbitivi possa influenzare l’esito di un impianto dentale.

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