sabato, Luglio 27, 2024
FarmaciL’icosapent etile mantiene la salute delle ossa in persone con sindrome metabolica?

L’icosapent etile mantiene la salute delle ossa in persone con sindrome metabolica?

Una ricerca pilota pubblicata su Clinical Therapeutics ha indagato l'efficacia dell'icosapent etile per il trattamento della sindrome metabolica, con risultati promettenti per il mantenimento della densità minerale ossea in questo disturbo

L’icosapent etile è impiegato nel trattamento di malattie cardiovascolari e ha mostrato effetti positivi anche nei pazienti con sindrome metabolica. Un gruppo di ricerca guidato da Miller ha verificato se questo prodotto abbia effetti positivi anche sulla salute dell’osso, dal momento che la sindrome metabolica può comportare osteoporosi. Lo studio pilota ha dato risultati promettenti: i pazienti che hanno assunto icosapent etile hanno mostrato una minore riduzione di densità minerale ossea rispetto ai pazienti che assumevano placebo.

Sindrome metabolica e ossa

La sindrome metabolica, o sindrome da insulino-resistenza, colpisce circa una persona su quattro. La presenza di questo disturbo è definita quando coesistono almeno tre tra questi fattori:

Oltre a predisporre a gravi problemi cardiovascolari, la sindrome metabolica è associata a una diminuzione di grasso ginoide (l’accumulo di adipe sottocutaneo a livello di glutei, cosce e parte bassa dell’addome) e a una minore salute ossea. I pazienti con sindrome metabolica, infatti, presentano ridotta densità minerale ossea (Bone Mineral Density, BMD) e maggiore incidenza di fratture osteoporotiche.

Icosapent etile e salute delle ossa

L’icosapent etile (prodotto puro a base di grassi di omega-3, principalmente acido eicosapentaenoico) ha proprietà anti-aterogene, anti-ossidanti e anti-infiammatorie. Per queste ragioni è impiegato nel trattamento di malattie cardiovascolari, con risultati significativi anche nei pazienti ad alto rischio. Miller e il suo gruppo hanno quindi indagato l’effetto preventivo dell’icosapent etile in pazienti con sindrome metabolica, concentrandosi su due fattori correlati alla malattia: la presenza di grasso ginoide e la salute delle ossa.

I ricercatori hanno studiato 13 pazienti tra i 44 e i 77 anni, 10 donne e 3 uomini, con sindrome metabolica. Ai partecipanti è stato richiesto di mantenere per tutto il periodo dello studio, della durata di 9 mesi, il peso corporeo e le terapie in corso per sindrome metabolica. Sono stati suddivisi in modo casuale:

  • 8 pazienti hanno ricevuto la terapia (4 g di icosapent etile, in due capsule da 2 g assunte con il cibo);
  • a 5 pazienti è andato il placebo (4 g di olio di paraffina assunti in due capsule di 2 g con il cibo).

I ricercatori hanno considerato numerosi parametri prima dell’inizio e alla fine dello studio, incluse misure antropometriche, analisi biochimiche e massa grassa. Relativamente alla salute dell’osso, il gruppo di ricerca ha considerato la BMD e la BMC (Bone Mineral Content), misurate tramite assorbimetria a raggi X a doppia energia).

Conclusioni

I partecipanti che hanno ricevuto l’icosapent etile hanno mostrato diminuzioni in grasso ginoide, BMD e BMC significativamente inferiori rispetto a coloro che hanno assunto il placebo. Dalla ricerca pilota di Miller e il suo gruppo, quindi, risulta che l’assunzione di icosapent etile potrebbe aiutare a mantenere la densità minerale ossea e la distribuzione di grasso ginoide nelle persone con sindrome metabolica. Per verificare l’efficacia del trattamento sono, però, necessari ulteriori studi, longitudinali e con campioni più grandi di pazienti.

Fonti:

Miller, M., Ryan, A., Reed, R. M., Goggins, C., Sorkin, J., & Goldberg, A. P. (2020). Effect of Icosapent Ethyl on Gynoid Fat and Bone Mineral Health in the Metabolic Syndrome: a Preliminary Report. Clinical Therapeutics. DOI: 10.1016/j.clinthera.2020.09.0

Von Muhlen, D., Safii, S., Jassal, S. K., Svartberg, J., & Barrett-Connor, E. (2007). Associations between the metabolic syndrome and bone health in older men and women: the Rancho Bernardo Study. Osteoporosis International, 18(10), 1337–1344. DOI: 10.1007/s00198-007-0385-1

Nedungadi, T. P., & Clegg, D. J. (2009). Sexual Dimorphism in Body Fat Distribution and Risk for Cardiovascular Diseases. Journal of Cardiovascular Translational Research, 2(3), 321–327. DOI: 10.1007/s12265-009-9101-1

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