La vitamina D svolge un ruolo chiave nella regolazione del metabolismo minerale, favorendo il riassorbimento intestinale di calcio e fosfato. La scoperta dell’espressione del recettore della Vitamina D (VDR) in numerosi altri tessuti e cellule del nostro organismo, in particolare su diverse cellule del sistema immunitario, ha suscitato un notevole interesse scientifico circa i possibili effetti extra-scheletrici della vitamina D.
Alcuni studi hanno riscontrato l’associazione tra bassi livelli sierici di 25-idrossivitamina D3 e il rischio di insorgenza di Sclerosi Multipla (SM), mentre altre evidenze scientifiche suggeriscono come livelli subottimali di vitamina D possano contribuire all’infiammazione e alla degenerazione assonale nei pazienti con SM.
Al contrario, l’effetto della supplementazione di vitamina D sulla fatigue in SM è stato poco studiato con risultati controversi.
La fatigue è un sintomo frequente ed invalidante, con un forte impatto sulla qualità della vita dei pazienti con SM. Diversi fattori concorrono nella patogenesi di questo sintomo, sia alterazioni centrali specifiche della patologia come la demielinizzazione, sia fattori non specifici legati a disfunzioni di altri sistemi corporei.
Ruolo della supplementazione di vitamina D sulla fatigue in pazienti con SM
Questo studio rappresenta la prima revisione sistematica sul ruolo della supplementazione della vitamina D sulla fatigue in pazienti con SM.
Sono stati analizzati 10 studi, di cui 5 RCT, per un totale di 345 pazienti, la cui maggioranza risultava affetta da una forma recidivante-remittente. La durata media di malattia variava dai 5,7 agli 11 anni. La supplementazione della vitamina D utilizzata nei diversi studi risultava eterogena, sia in termini di dosaggio (dosi da 1mcg a 50.000 IU), sia in termini di intervallo di somministrazione, da 1 a 7 volte a settimana.
Analizzando i dati raggruppati emerge un effetto positivo della supplementazione con Vitamina D sulla fatigue in pazienti con sclerosi multipla (−0.18; 95% CI: −0.36 to −0.01). Non emerge, tuttavia, alcun consenso sulla dose ottimale di vitamina D da assumere come terapia aggiuntiva nei pazienti con SM.
Altri significativi limiti di questa revisione sistematica sono rappresentati dalle ridotte dimensioni campionarie degli studi inclusi, oltre all’ampia variabilità legata al tipo di supplementazione con Vitamina D, alla dose ed alla durata del trattamento. Risultano pertanto necessari futuri studi ed RCT per comprendere dose ottimale e durata della supplementazione con vitamina D nella gestione della fatigue in corso di sclerosi multipla.
Lo studio