martedì, Settembre 16, 2025
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Osteomalacia: quando le ossa si ammorbidiscono

L’osteomalacia è una malattia spesso confusa con l’osteoporosi, ma ha caratteristiche proprie. Provoca ossa deboli e dolenti, a causa di una carenza nella mineralizzazione. Conoscere i sintomi e le cause permette una diagnosi precoce e trattamenti efficaci

L’osteomalacia è una malattia del metabolismo osseo caratterizzata da un difetto nella mineralizzazione della matrice ossea. A differenza dell’osteoporosi, in cui la densità ossea diminuisce ma la composizione rimane normale, nell’osteomalacia l’osso non si forma correttamente, diventando più morbido e deformabile. È più frequente negli adulti, mentre nei bambini una condizione simile prende il nome di rachitismo.

Le cause

La causa più comune è la carenza di vitamina D, essenziale per l’assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale. Ma l’osteomalacia può derivare anche da:

  • malassorbimento intestinale (celiachia, morbo di Crohn)
  • insufficienza renale cronica
  • effetti collaterali di alcuni farmaci (anticonvulsivanti)
  • raramente, disturbi genetici

In tutti i casi, il risultato è lo stesso: il corpo non riesce a depositare minerali sufficienti nella matrice dell’osso.

I sintomi: attenzione ai segnali

I sintomi dell’osteomalacia si sviluppano lentamente e spesso sono sottovalutati. I principali segnali da non ignorare sono:

  • dolore osseo, in particolare a livello della schiena, bacino, gambe
  • debolezza muscolare, soprattutto prossimale (es. difficoltà a salire le scale)
  • fratture da stress o deformazioni delle ossa lunghe

Nei casi più avanzati, si possono notare difficoltà nella deambulazione e postura alterata.

Come si fa la diagnosi

La diagnosi inizia con la raccolta dei sintomi e l’esame obiettivo da parte del medico. Gli esami di laboratorio rilevano comunemente:

  • bassi livelli di vitamina D
  • ipocalcemia (calcio basso)
  • ipofosfatemia (fosforo basso)
  • elevazione della fosfatasi alcalina

La MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) può non essere sufficiente, ma la radiografia può mostrare pseudofratture o aree di rarefazione ossea. In casi selezionati, può essere richiesta una biopsia ossea.

La terapia

Il trattamento dipende dalla causa. In generale:

  • In caso di carenza di vitamina D: supplementazione con vitamina D3 e calcio
  • In caso di malassorbimento: trattamento della patologia sottostante e supporto nutrizionale
  • In caso di insufficienza renale: gestione nefrologica e correzione delle alterazioni del metabolismo fosfo-calcico

La risposta al trattamento è spesso rapida: i sintomi si riducono nel giro di settimane o pochi mesi, e la densità ossea migliora.

Vita quotidiana e prevenzione

Chi è a rischio dovrebbe controllare regolarmente i livelli di vitamina D, soprattutto se ha più di 65 anni, segue diete restrittive o vive poco esposto al sole. L’attività fisica moderata, l’assunzione di latticini e pesce grasso e una buona esposizione alla luce solare rappresentano una prevenzione efficace.

Una patologia ancora poco conosciuta

L’osteomalacia è meno nota dell’osteoporosi, ma può avere un impatto importante sulla qualità della vita. Riconoscerla in tempo permette di intervenire in modo efficace e prevenire danni irreversibili.

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