sabato, Luglio 27, 2024
SpecialitàortopediaOsteonecrosi del ginocchio, quando fare la protesi?

Osteonecrosi del ginocchio, quando fare la protesi?

In caso di osteonecrosi del ginocchi, quando il trattamento conservativo non dà sufficiente beneficio, è necessario ricorrere alla chirurgia che può consistere in trattamento artroscopico o protesi

Biazzo Alessio, ortopedico, specialista in protesi del ginocchio e dell’anca con tecnica mininvasiva

L’osteonecrosi è una patologia vascolare dell’osso caratterizzata da un vero e proprio infarto tissutale, proprio come avviene per il cuore o altri tessuti. Le sedi più frequenti sono il ginocchio, l’anca e la caviglia.

Cause dell’osteonecrosi

Le cause possono essere molteplici e possono così essere riassunte:

  • traumatiche;
  • iatrogene (uso prolungato di cortisone);
  • patologie del sangue, come l’anemia a cellule falciformi, per la particolare forma dei globuli rossi, che può causare una ostruzione dei piccoli vasi sanguigni;
  • abuso di alcool, a causa del deposito dei grassi nei vasi sanguigni;
  • radioterapia.

I sintomi dell’osteonecrosi

La sintomatologia è la stessa indipendentemente dalla localizzazione: dolore, gonfiore articolare con associato versamento, limitazione funzionale e zoppia.

Se trascurata, l’osteonecrosi può essere causa di artrosi secondaria.

Diagnosi

La diagnosi è clinica e strumentale: un accurato esame del paziente alla ricerca di punti dolorosi è molto indicativo. L’esame strumentale per eccellenza è rappresentato dalla Risonanza Magnetica Nucleare, soprattutto nelle fasi iniziali, quando spesso le comuni radiografie non riescono a vedere l’osteonecrosi.

Trattamento

Il trattamento dipende dai sintomi del paziente, dal grado di limitazione funzionale, dall’entità del danno osteocartilagineo e dalla sua localizzazione (se il danno non interessa la superficie articolare difficilmente il paziente sarà sintomatico!) e dalle aspettative del paziente.

Il trattamento iniziale è quasi sempre conservativo, e consiste in riposo e scarico dell’articolazione colpita, farmaci antinfiammatori non steroidei, magnetoterapia e fisioterapia. In alcuni casi i farmaci per l’osteoporosi, come i bisfosfonati, possono essere utilizzati con notevole beneficio clinico.
Quando i trattamenti citati non hanno dato un beneficio clinico e quando all’osteonecrosi si associa artrosi secondaria con limitazione funzionale, bisogna ricorrere alla chirurgia, che può consistere in un trattamento artroscopico (microperforazioni cartilaginee) o in trattamenti più invasivi come le protesi di ginocchio.

Quale protesi scegliere

Generalmente l’osteonecrosi si localizza sul condilo femorale mediale e se presa in tempo consente di essere trattata mediante protesi mininvasive come le protesi monocompartimentali, che rispettano l’anatomia del paziente, lasciando intatti i restanti compartimenti del ginocchio edi legamenti crociati, anteriore e posteriore, responsabili della propriocezione.

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