venerdì, Novembre 22, 2024
Medico&PazienteLa biopsia ossea per istomorfometria

La biopsia ossea per istomorfometria

Nel corso del congresso BoneHealth 2022, Luca Dalle Carbonare ha riepilogato i vantaggi e le indicazioni alla biopsia ossea, in particolare per lo studio istomorfometrico

La biopsia ossea è una tecnica diagnostica trasversale indicata in diverse casistiche. Ma perché ricorrere a una metodica invasiva, nonostante gli avanzamenti della medicina rendano disponibili altre metodiche sempre più accurate? Luca Dalle Carbonare, Professore associato presso l’Università di Verona, nel corso del congresso BoneHealth Gestione integrata della salute dell’osso in specifici setting clinici”, ha riepilogato le peculiarità e le indicazioni alla biopsia ossea per istomorfometria.

L’importante è capire quali sono le risposte che possiamo ottenere da un particolare approccio diagnostico. Se capiamo quali sono le informazioni che quella metodica ci può dare, la utilizzeremo adeguatamente. Molte volte non riusciamo a raggiungere una diagnosi perché chiediamo a una tecnica un’informazione che questa non ci può dare.

L’istomorfometria ossea

L’istomorfometria ossea è un’analisi quantitativa dei parametri riferiti alla struttura e al rimodellamento dell’osso. In particolare, è l’unica tecnica che consente la valutazione del rimodellamento osseo a livello trabecolare, tramite la conta delle cellule (osteoclasti) e relativo grado di attività e degli spessori dell’osteoide, aspetti che possono essere essenziali ai fini della diagnosi. È anche l’unica tecnica che consente di fornire una valutazione dinamica dei parametri di neoformazione ossea, sfruttando la tetraciclina, antibiotico che ha fluorescenza intrinseca e un tropismo per l’osso. Misurando l’estensione delle linee fluorescenti, si può valutare la quantità di tetraciclina assunta; la distanza tra di esse indica quanto osso è stato mineralizzato nell’unità di tempo.

Relativamente alla qualità dell’osso, l’analisi d’immagine consente di valutare la connettività trabecolare (microarchitettura). La biopsia dell’osso consente di osservare strutture microscopiche che non possono essere viste neanche con gli strumenti di imaging con migliore risoluzione esistenti: è l’unica con un grado di definizione tale da consentire la visione degli osteoclasti (circa 100 micrometri) e degli osteoblasti (circa 20 micrometri).

Indicazioni alla biopsia ossea per istomorfometria

La biopsia ossea è indicata:

  • Quando dati strumentali, clinici e bioumorali non sono sufficienti per individuare la causa di fragilità ossea;
  • Quando si sospettano deficit di mineralizzazione dell’osso;
  • Per individuare effetti scheletrici di terapie in caso di quadri di malassorbimento (come in caso di celiachia);
  • In caso di patologie ossee rare o con coinvolgimento osseo (osteogenesi imperfetta, mastocitosi, acromegalia…);
  • Per caratterizzare lesioni scheletriche nel corso di osteodistrofia renale, poiché nei quadri clinici spesso i parametri risultano normali; a richiedere approfondimento è soprattutto il basso turnover Nella CKD-MBD, l’approccio istomorfometrico ha consentito di individuare i diversi quadri della patologia, sulla base di turnover, mineralizzazione e volume osseo.

Credits immagine in copertina: Dalle Carbonare L, Valenti MT, Giannini S, Gallieni M, Stefani F, Ciresa R, Politi C, Fusaro M. Bone Biopsy for Histomorphometry in Chronic Kidney Disease (CKD): State-of-the-Art and New Perspectives. Journal of Clinical Medicine. 2021; 10(19):4617. https://doi.org/10.3390/jcm10194617, condivisa secondo la licenza CC BY-SA 4.0.

Fonte: congresso BoneHealth 2022

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