Uno studio post hoc dell’ARCH trial mostra come 12 mesi di trattamento con romosozumab, seguiti da 24 mesi di alendronato, migliorino significativamente densità minerale ossea e microarchitettura vertebrale in donne con osteoporosi e diabete di tipo 2.
Lo studio ancillare del trial VITAL ha valutato se la supplementazione quotidiana con vitamina D3 (2000 UI) e/o acidi grassi omega-3 (1 g) per due anni potesse migliorare le performance fisiche in una coorte di adulti sani con più di 50 anni. I risultati mostrano che né la vitamina D3 né gli omega-3 producono effetti significativi su forza di prensione, velocità del cammino, equilibrio, test TUG o performance composita SPPB. Un dato che solleva dubbi sull'efficacia preventiva di questi integratori nei soggetti non selezionati per fragilità o carenze.
Uno studio retrospettivo mette in luce la necessità di rivalutazioni periodiche e un follow-up prolungato nei bambini con ipotiroidismo congenito e ghiandola in sede, sfidando la convinzione della terapia a vita.
Un’analisi su oltre 15.000 donne in gravidanza in Europa e Stati Uniti mostra come l’esposizione al particolato fine (PM2.5) possa compromettere i livelli di vitamina D, con implicazioni per la salute materna e fetale.
In occasione della Giornata Internazionale dell’Ipoparatiroidismo, pazienti, clinici e istituzioni si mobilitano per il riconoscimento e il rimborso della terapia sostitutiva. Il nodo è culturale prima ancora che regolatorio.
L’ipofosfatemia legata all’X (XLH) è una rara patologia genetica che compromette la crescita e la qualità di vita dei bambini. Una recente revisione sistematica, pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, confronta le evidenze disponibili sull’efficacia della terapia convenzionale (fosfati e vitamina D attiva) e del più recente burosumab, un anticorpo monoclonale anti-FGF23. I risultati mostrano un profilo di efficacia promettente per burosumab su parametri cruciali come deformità scheletriche, qualità della vita fisica e crescita, pur con un aumento degli eventi avversi. Le evidenze sulla terapia convenzionale restano limitate.
Nuovi dati a lungo termine confermano l’efficacia e la sicurezza di TransCon PTH (palopegteriparatide) nel trattamento dell’ipoparatiroidismo negli adulti. I risultati dello studio PaTH Forward, presentati al congresso ESPE & ESE 2025, evidenziano un miglioramento duraturo dei parametri clinici, renali e scheletrici fino alla Settimana 214.
Uno studio esplora come l'intelligenza artificiale possa supportare i medici nel rispondere ai bisogni reali dei pazienti. Analizzando i messaggi clinici, emergono aree di intervento utili, tra cui anche la gestione della salute ossea.